Solo 500 euro al mese, Vittorio: "Ho lasciato la ricerca, non ci pagavo l’affitto"

Lavoro, la storia di Vittorio Sorrentino, 25 anni, fisico

Vittorio Sorrentino

Vittorio Sorrentino

"Fare il ricercatore? Era il sogno che avevo da bambino. Ho studiato molto per riuscirci, ce l’avevo fatta, ma poi ho dovuto lasciare perché la paga era troppo bassa per vivere. Tutto questo io credo che non sia giusto". Vittorio Sorrentino, 25 anni, originario di Salerno, le sue competenze scientifiche in Fisica, oggi le ha riposte nel cassetto.

Sorrentino, perché ha dovuto cambiare vita?

"Nell’aprile del 2022, mi sono laureato in Fisica e avevo come obiettivo quello di iniziare il dottorato nel settembre successivo. Nel mentre, ho vinto una borsa di ricerca, che però mi garantiva 500 euro al mese, sufficienti solamente per un affitto, nonostante l’impegno fosse a tempo pieno, con una parte di didattica e una di laboratorio".

Come fare?

"Vedendo quanto venivo pagato rispetto al lavoro effettuato (lavoravo anche sabato e domenica per analizzare i dati raccolti durante la settimana) ed essendo padre di due bambine, ho deciso di cercare un impiego con una retribuzione più dignitosa, anche a costo di fare qualcosa di diverso da quello che mi ero prefissato".

C’è riuscito?

"Mi occupo di analisi dati in ambito di risk management. Guadagno di più e ho più tempo libero".

Ha vinto il fatto economico.

"D’altronde, anche con la borsa di dottorato, all’incirca di 1.200 euro al mese, sarebbe stato complicato".

Cosa significa abbandonare la propria passione?

"Per me è stato molto triste. Avevo elaborato già un progetto di ricerca per il dottorato. Ci credevo molto".

Crede che le cose possano cambiare e che un giorno tornerà a occuparti di fisica?

"Sì, se si creassero le condizioni vorrei ricominciare questo percorso. Sono quei sogni che hai fin da piccolo, non è giusto rinunciarci per una paga troppo bassa. Tuttavia, oltre ad un maggiore investimento, è necessario anche un cambio di mentalità del nostro paese".

Di che tipo?

"Ad oggi la ricerca non viene valorizzata e si crede che un dottorato o la ricerca non siano lavori come altri, nonostante l’impegno richiesto sia lo stesso di altri lavori retribuiti con cifre più dignitose".