Giovedì 25 Aprile 2024

"Soldi riciclati per comprare i gioielli toscani" Petrolio e fondi neri: i misteri dello zar kazako

L’imprenditore Igor Bidilo è proprietario di alcuni dei bar più famosi d’Italia: dal Nannini a Siena alle Giubbe Rosse di Firenze. Secondo gli inquirenti, avrebbe evaso oltre duecento milioni di euro attraverso diversi paradisi fiscali. Ma il gip nega l’arresto

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di Pino Di Blasio

Un terremoto anche se annunciato da una serie di ’scosse telluriche’ che si ripetono da mesi. Un’inchiesta nata nel 2014, dai bonifici milionari partiti dalle società offshore delle Isole Vergini Britanniche, frutto di evasioni fiscali, secondo le procure di mezzo mondo, dei proventi del petrolio russo: soldi transitati per Cipro e poi usati per molte operazioni in Europa, soprattutto immobiliari.

Per l’agenzia antiriciclaggio statunitense, il Fincen, uno degli uomini chiave di questa centrale di riciclaggio internazionale, al centro di operazioni sospette all’inizio per 180 e ora per 50 milioni di euro, è Igor Bidilo: ingegnere del ramo petroli, nato in Kazakistan, con passaporto cipriota, con interessi in Estonia, Austria, Russia e Francia. Noto soprattutto per essere lo zar di Piazza del Campo a Siena, proprietario di bar e ristoranti, dei marchi storici Nannini (senese) e Scudieri (di Firenze), del Caffè letterario Giubbe Rosse e di un ristorante alla moda aperto a Milano, Valentino vintage, ribattezzato Nannini.

Igor Bidilo è da anni nei radar delle procure e della Guardia di Finanza. I magistrati svizzeri da Ginevra hanno aiutato la procura di Siena, fornendo documentazioni bancarie attraverso rogatorie internazionali. Il pm Siro De Flammineis è stato in Estonia, a Ginevra, a Limassol per indagare sui movimenti bancari dell’ingegnere kazako. E ieri la lunga inchiesta ha avuto i primi effetti. Eclatanti soprattutto a Siena.

Cinque misure, fra coercitive e interdittive, nei confronti di Maxim Constantin Catalin che ha il 20% della holding Sielna (che ha in portafoglio una trentina di locali a Siena, Firenze e Milano), del dirigente della società Cataldo Staffieri, oltre che del presidente della Camera di Commercio Arezzo-Siena e di Unioncamere Toscana Massimo Guasconi e del giudice della Corte dei Conti toscana Vincenzo Del Regno. Per gli ultimi due c’è anche l’accusa di corruzione, per aver agevolato gli affari di Bidilo e soci.

Niente arresti, nemmeno domiciliari: i gip Buccino Grimaldi e Ilaria Cornetti, hanno rigettato le richieste del pm. Per Bidilo e soci, sospensione delle attività societarie e nomina di un amministratore giudiziario, Antonio Castagnazzo di Firenze. Per Guasconi sospensione di 6 mesi dalla guida della Camera di Commercio e di Unioncamere, per Del Regno divieto di dimora a Siena e fascicolo girato alla Corte dei Conti.

Sono stati sequestrati anche beni per circa 14 milioni di euro, tra cui un attico a Roma che Bidilo aveva comprato assieme a sua moglie, sborsando 16 milioni con l’aggiunta di un superattico. Più altri immobili a Siena e Firenze. I bar e i ristoranti invece non sono sotto sequestro, la società sarà guidata dall’amministratore per diversi mesi. E nemmeno la villa a Monteriggioni, la prima operazione milionaria senese di Igor Bidilo, è sotto sequestro: è intestata alla moglie.

L’operazione, battezzata ’Hidden Partner’, socio nascosto, oltre alle perquisizioni negli uffici dei cinque sottoposti a misure, annovera in tutto 12 indagati per i reati di autoriciclaggio, reati tributari, societari e corruzione. E ci sono nomi illustri anche tra gli indagati: a partire dal deputato di Fratelli d’Italia, Salvatore Caiata, ex proprietario della villa di cui sopra, ora patron del Potenza Calcio e di altri locali in Piazza del Campo. Per finire con Andrea Bellandi, direttore generale dell’Acn Siena, fino a qualche mese fa legato al gruppo Nannini.