Soldi a pioggia per bar, ristoranti e palestre Il decreto blocca ancora i licenziamenti

Il Consiglio dei ministri approva il dl Rilancio. In campo oltre cinque miliardi a sostegno dell’economia messa in ginocchio dal virus. Le attività colpite, compresi cinema e teatri, riceveranno il doppio di quello che ebbero a primavera. Pagamenti a metà novembre

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di Claudia Marin

Indennizzi automatici anche raddoppiati (addirittura quadruplicati per le discoteche) per le 460mila attività chiuse (palestre e cinema, per citare due esempi) o semi-chiuse (ristoranti e bar) sulla base di quanto già ricevuto nel primo contributo a fondo perduto: entro il tetto di 150mila euro. Via la seconda rata dell’Imu. Credito di imposta per tre mesi per gli affitti commerciali. E ancora: cassa integrazione prorogata per altre sei settimane, con blocco dei licenziamenti allungato a fine gennaio 2021, altre due rate di reddito di emergenza e stop ai pignoramenti sugli immobili fino a fine anno. Con ulteriori indennità e bonus da 800-mille euro per i lavoratori dello sport e dello spettacolo, e gli stagionali del turismo. Senza contare un nuovo pacchetto giustizia, il rinvio delle elezioni comunali del 22 e 23 novembre al prossimo anno e misure sanitarie per incrementare i tamponi e il tracciamento dei contatti (il cosiddetto "servizio nazionale" per il "contact tracing").

Giuseppe Conte e i ministri dell’Economia e dello Sviluppo economico, Roberto Gualtieri e Stefano Patuanelli, scendono in sala stampa a Palazzo Chigi con il Decreto Ristori confezionato in pochissime ore, quasi sotto la dettatura delle categorie danneggiate: l’obiettivo dei 5-6 miliardi mobilitati a furor di popolo è quello di disinnescare sul nascere la più grave minaccia di rabbia sociale dall’inizio dell’emergenza Coronavirus. Da qui la velocità di varo del pacchetto, da qui la velocità annunciata di mobilitazione delle risorse. Gli indennizzi a fondo perduto – spiega il premier - "arriveranno sul conto con bonifico dell’Agenzia delle entrate". E il responsabile del dicastero di via XX Settembre incalza: "Siamo pronti a qualsiasi scenario". Mentre il grillino Patuanelli arriva a ringraziare "anche quelli che sono andati in piazza per protestare perché segnalano la voglia degli italiani di continuare a produrre".

Certo è che il piatto forte del provvedimento è rappresentato dalla nuova versione rafforzata e ampliata del contributo a fondo perduto del Decreto Rilancio. L’indennizzo andrà "a tutti gli operatori dei settori economici interessati dalle misure restrittive", senza limiti di fatturato (anche a chi supera i 5 milioni) e avrà un tetto massimo di 150mila euro. Per chi ha già ricevuto il contributo in estate il ristoro sarà "corrisposto dall’Agenzia delle entrate mediante accreditamento diretto sul conto corrente bancario o postale sul quale è stato erogato il precedente contributo". Gli altri dovranno fare una specifica domanda. Esclusi dal ristoro "i soggetti che hanno attivato la partita Iva dal 25 ottobre" o quelli che hanno già cessato l’attività prima di questa data.

L’ammontare del beneficio sarà pari al 150, 200 0 400 per cento di quanto ricevuto in precedenza, a seconda dell’attività svolta individuata dai codici Ateco. In pratica, per le attività chiuse completamente (palestre, piscine, teatri, cinema) l’importo viene aumentato del 200 per cento. E così anche per i ristoranti. Per le altre, come bar pasticcerie, gelaterie, l’incremento è del 150 per cento. Per le sole discoteche, chiuse in sostanza da marzo, il ristoro può arrivare al 400 per cento. E anche taxi e Ncc potranno avere un indennizzo, che sarà pari a quello già ottenuto. Tirando le somme, "l’importo medio per i ristoranti - spiega Gualtieri a titolo esemplificativo – andrà dai 5.173 euro (con fatturati fino a 400 mila euro) ai 25.000 euro per quelli oltre i cinque milioni. Per sale da concerto e teatri l’importo per la fascia più bassa sarà circa 5.000 euro, per quella media di circa 13.900 euro fino a 30.000 euro medi per i fatturati maggiori".