Socialisti e Cdu: è testa a testa Il dopo Merkel resta un’incognita

Sia Scholz sia Laschet reclamano il mandato di cancelliere. Verdi e liberali: "Ascoltiamo tutte le proposte"

di Roberto Giardina

Nulla angoscia più i tedeschi dell’insicurezza, vada bene o male vogliono certezza, invece per la prima volta nella storia della Repubblica Federale, la sera del voto, non sanno da chi saranno governati. La Germania appare incerta, orfana dopo 16 anni della rassicurante Angela Merkel. I due sfidanti Olaf Scholz e Armin Laschet sono molto vicini: 25,9% per l’Spd e 24,1% per la CduCsu (proiezioni Ard). L’estrema sinistra, Die Linke, che sperava alla vigilia di entrare al governo, è accreditata del 5%, sul filo quindi dello sbarramento che le impedirebbe di entrare al Bundestag. Sarebbe possibile anche tenere in vita la Große Koalition. I due avversari obbligati a proseguire in un’unione che entrambi non amano? Un sondaggio della Zdf dice che il 55% dei tedeschi vuole un governo guidato dall’Spd, contro il 36% che preferirebbe un esecutivo a guida Cdu-Csu.

Il tracollo della Cdu ha anche un simbolo: nella circoscrizione numero 15 Pomerania occidentale-Rugen Pomerania occidentale-Greifswald, dove la cancelliera Angela Merkel era stata eletta per otto volte dal 1990, ha vinto una candidata Spd.

Ma bisogna tener conto dei seggi, e l’Spd secondo un calcolo sarebbe in testa con 215 contro 198. Lo spoglio è stato più lento a causa delle schede giunte per posta (forse il 50%, un record), e dalla ritardata chiusura delle urne in tre grandi quartieri di Berlino, una figuraccia per la capitale. Secondo la legge devono votare quanti si trovano in fila davanti ai seggi, dopo le 18. Può vincere anche chi prende meno voti popolari. Una distorsione provocata dal doppio voto, il primo per il partito, il secondo per il candidato, che può essere di un’altra formazione. Un sistema che moltiplica i seggi: erano 709, già un centinaio più del previsto, da domani saranno almeno 730. È probabile che questi mandati supplementari finiscano per favorire i cristianodemocratici, ma nulla è certo in un’elezione che è andata contro la tradizione.

Una Große Koalition tra CduCsu e Spd arriverebbe a 413 seggi, ma alla vigilia del voto Olaf Scholz aveva promesso di non allearsi con i cristianodemocratici. Ora corre il rischio di finire battuto anche se con le ultime schede scrutinate dovesse trovarsi sempre in testa, sia pure di un’incollatura. "Non è sempre stato il partito più votato a esprimere il cancelliere in Germania", sottolinea Laschet. "Chi diventa cancelliere in Germania deve riuscire a mettere insieme diverse parti del Bundestag". Il maestro del gioco, è Christian Lindner, il leader dell’Fdp, deciso a entrare al governo: "I tedeschi hanno votato per il centro, ma è giusto iniziare il dialogo con i Verdi", dichiara. La sua alleanza preferita è la cosiddetta Giamaica, dai colori dei partiti, il giallo dei liberali, il nero della CduCsu e il verde, con 417 seggi.

Sarebbe possibile una coalizione anche tra liberali, Verdi e Spd, ma Lindner la esclude, e comunque potrebbe difficilmente trovare un’intesa sui programmi. Tramontato il sogno, che per Frau Merkel era un incubo, di una coalizione rosso-rosso-verde, che arriverebbe a 376 seggi. Scholz si ritiene comunque il vincitore morale: "I tedeschi vogliono il cambiamento. Con le attuali proiezioni del Berliner Runde c’è un mandato molto chiaro per formare un governo buono e pragmatico per la Germania". Ha compiuto una rimonta strepitosa, in poco più di due mesi, era al 15 a metà luglio, ma dopo la disastrosa alluvione è cominciato il crollo di Laschet, che si vedeva già sicuro erede della Merkel. È costata cara la risata che gli è sfuggita su luogo del disastro, ripresa dalle telecamere. Annalena Baerbock la leader dei Verdi era al 28 a Pasqua, ed è stata punita per aver falsificato il suo curriculum, vitae. Un peccato che non si perdona in Germania.

I Verdi, tuttavia, con il 14% festeggiano il miglior risultato di tutti i tempi, e per un soffio non conquistano il municipio della capitale. "Non c’è motivo per essere troppo contenti, ma abbiamo comunque migliorato notevolmente i nostri risultati", ha detto Baerbock, aggiungendo che "i Verdi sono pronti a parlare con gli altri interlocutori" per confrontarsi sulla formazione di un nuovo governo. "Rimane quello che è il nostro primo comandamento, ossia il rinnovamento del Paese. C’è bisogno di un governo del clima". Resta comunque profondo il rammarico di aver perduta una partita già vinta in primavera, puntando sulla candidata sbagliata per la cancelleria.