Soccorsi in mare, stretta sulle regole. Scattano maxi multe a chi non le rispetta

Il Consiglio dei ministri: interventi permessi a determinate condizioni. Piantedosi: le navi segnalino le operazioni al proprio Stato di bandiera

Stretta per le navi delle Ong era stata annunciata e stretta sarà. Stralciata già l’altro ieri la parte relativa a baby gang e femminicidi (che sarà oggetto di un decreto ad hoc a inizi gennaio) il Consiglio dei ministri ha deciso di stralciare anche quella relativa alla questione dei visti e il decreto è stato concentrato esclusivamente sulle regole per le Ong che operano salvataggi di migranti in mare.

L’attività delle Ong, ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ai colleghi ministri, è in questi anni continuamente aumentata passando da 1.992 persone condotte nel 2019 a 9.933 nel 2021 e a 11.892 nel 2022. Questo trend in crescita ha reso necessario l’intervento del governo che ha già invertito ( -78,6 %) la tendenza all’aumento degli arrivi con navi Ong registrata nei primi dieci mesi del 2022 quando, sono sbarcate 10.133 persone con navi Ong.

Piantedosi ha anche contestualizzato il fatto che con le navi delle ong arrivano solo il 10% dei migranti. Se è vero che gli arrivi su navi ong sono solo 110 del totale – ha proseguito il ministro – la loro attività è tuttavia determinante per quanto riguarda gli arrivi della Tripolitania, costituendo circa 13 degli sbarchi complessivi da quella regione: nel 2022, il 34%. Questo dimostra che ci sia un inevitabile effetto incentivante delle partenze da quell’area. È ordinario modus operandi delle Ong, ha aggiunto, svolgere sistematica attività di recupero dei migranti nelle acque antistanti le coste libiche o tunisine per condurli esclusivamente in Italia, senza alcuna forma di coordinamento. La nuova disposizione si propone di rimuovere tali distorsioni. E il governo l’ha approvata.

Con le nuove norme il salvataggio è consentito con sei condizioni tassative. Le operazioni di soccorso devono essere "immediatamente comunicate al centro di coordinamento competente e allo Stato di bandiera ed effettuate nel rispetto delle indicazioni delle predette autorità". Le navi che effettuano "in via non occasionale attività di ricerca e soccorso in mare" devono avere "i requisiti di idoneità tecnico-nautica alla sicurezza della navigazione nelle acque territoriali; aver avviato tempestivamente iniziative volte ad acquisire le intenzioni di richiedere la protezione internazionale; aver richiesto all’Autorità Sar competente, nell’immediatezza dell’evento, l’assegnazione del porto di sbarco; il porto di sbarco individuato dalle competenti autorità deve essere raggiunto senza ritardo; devono fornire alle autorità per la ricerca e il soccorso in mare italiane, le informazioni richieste ai fini dell’acquisizione di elementi relativi alla ricostruzione dettagliata delle fasi dell’operazione di soccorso effettuata".

"Le modalità di ricerca e soccorso in mare da parte della nave – si osserva poi – non devono aggravare situazioni di pericolo a bordo né impedire di raggiungere tempestivamente il porto di sbarco; nel caso di operazioni di soccorso plurime, le operazioni successive alla prima devono essere effettuate in conformità agli obblighi di notifica e non devono compromettere l’obbligo di raggiungimento, senza ritardo, del porto di sbarco".

Se si violano le regole "si applica al comandante della nave la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 10mila a 50mila euro. La responsabilità solidale si estende all’armatore e al proprietario della nave". Alla contestazione della violazione "consegue l’applicazione della sanzione amministrativa accessoria del fermo amministrativo per due mesi della nave utilizzata per commettere la violazione". In caso di reiterazione della violazione commessa con l’utilizzo della medesima nave, "si applica la sanzione amministrativa accessoria della confisca della nave".

E, particolare essenziale, pur se non contenuto nel decreto, i porti di sbarco assegnati saranno lontani dall’area di soccorso, una strategia che il governo ha già applicato e che potrebbe avere un impatto assai rilevante sulle operazioni delle Ong.