Giovedì 18 Aprile 2024

Siri indagato, i pm di Roma depositano l'intercettazione

Informativa della procura al tribunale del Riesame. Scontro tra Lega e M5s, Conte: "Dimissioni se ne sarò convinto"

Armando Siri (Ansa)

Armando Siri (Ansa)

Roma, 26 aprile 2019 - I pm di Roma hanno depositato oggi al tribunale del Riesame un'informativa della Dia in cui sarebbe contenuta anche l'intercettazione ambientale tra Paolo Arata e il figlio Francesco che tirerebbe in ballo il sottosegretario Armando Siri nell'inchiesta sul settore eolico che lo vede indagato per corruzione. Nel dialogo, captato grazie a un trojan nel cellulare di Arata senior, quest’ultimo parlerebbe della presunta "dazione o promessa" di 30mila euro al sottosegretario leghista in cambio di favori. L'atto in questione, in parte coperto di omissis, non sarebbe ancora nella disponibilità delle parti, secondo quanto spiega l'avvocato di Arata, Gateano Scalise, perché non ancora acquisito dalla cancelleria.

Ancora da stabilire anche la data del confronto tra i pm romani e il sottosegretario Siri che, a questo punto, potrebbe avvenire la prossima settimana. Interrogatori che potrebbero rappresentare uno snodo cruciale del procedimento coordinato dal procuratore aggiunto Paolo Ielo. Nel decreto di perquisizione dell'11 aprile scorso i magistrati romani, definiscono come "stabile" l'accordo tra "il corruttore Arata ed il sottosegretario (di cui Arata è stato anche sponsor per la nomina proprio in ragione delle relazioni intrattenute), costantemente impegnato - attraverso la sua azione diretta nella qualità di alto rappresentate del Governo ed ascoltato membro della maggioranza parlamentare - nel promuovere provvedimenti regolamentari o legislativi che contengano norme ad hoc a favorire gli interessi economici di Arata". Per l'accusa Siri nella sua "duplice veste di senatore della Repubblica e sottosegretario alle Infrastrutture" nella "qualità di pubblico ufficiale» avrebbe asservito "le sue funzioni e i suoi poteri ad interessi privati". 

CASO POLITICO - Intanto prosegue la battaglia politica tra gli alleati di governo sull'opportunità di dimissioni da parte del sottosegretario ai Trasporti e alle Infrastrutture. "Per adesso gli hanno fatto un processo sui giornali e lui non ha ancora potuto difendersi. Se Conte gli chiede di dimettersi? Conte è un professore e un avvocato, vedrà le carte e capirà", ha dichiarato Giancarlo Giorgetti, sottosegretario e compagno di partito di Siri. A intervenire oggi è stato anche il ministro Matteo Salvini, dopo che M5S è tornato a incalzarlo sui suoi legami con Arata. "L'ho incontrato soltanto una volta, quante volte lo devo dire", ha detto il segretario del Carroccio. 

CONTE - Dalla Cina, dove si trova in visita ufficiale, il premier ha comunque fatto sapere di non sentirsi "condizionato". "Ho letto le posizioni delle due forze politiche, che sono abbastanza note. Non mi sento condizionato perché la mia linea è sempre quella, anticipata e poi esplicitata: mi è molto chiara, nessun condizionamento mi può turbare o dar pensiero". "Ieri ho parlato con il sottosegretario Siri e gli ho detto che sarei partito per la Cina - ha spiegato ancora Giuseppe Conte -. Mi sono anche scusato perché c'è un lato umano che non trascuro ma quando riassumeremo le posizioni la considerazione umana non potrà essere determinante". E ai cronisti che gli chiedevano come mettere fuori dalla squadra di governo il sottosegretario, se non fosse lui stesso a fare un passo indietro, ha risposto: "C'è un aspetto molto importante: se mi dovessi convincere di questa soluzione non ci saranno alternative. Ho il potere? Lo vedremo, a tempo debito".