Martedì 16 Aprile 2024

Boom di single tra app, incontri e viaggi

L’Istat: 8 milioni di italiani vivono soli, un terzo delle famiglie del nostro Paese. Valanga di iscritti sui siti per cuori solitari: il business del 'dating' vale 6,5 miliardi. La sociologa Saraceno: "Cresce il fenomeno del Lat, living apart together, cioè il vivere separati insieme". Il professor Abis: "Aumentano i single under 32"

Un'immagine di Sex and the city

Un'immagine di Sex and the city

Roma, 15 gennaio 2018 - La saga di Sex and the city che raccontava la vita di quattro single newyorkesi, oggi potrebbe essere ambientata in Italia. Dimenticatevi gli spot da Mulino bianco. Secondo l’Istat, infatti, l’Italia non è più solo un paese di vecchi, ma anche di single. Le famiglie composte da una persona sola ogni anno aumentano, tant’è che oggi sono quasi una su tre. Un dato – dall’annuario statistico dell’Istat 2017 – su tutti: in vent’anni si è passati dal 20,5 per cento al 31,6 per cento. E se in Italia quasi 8 milioni vivono da soli (cioè il 13,3 per cento degli italiani), anche i consumi si adeguano tra monoporzioni al supermercato, app, viaggi, eventi dedicati e pure una contro-festa di San Valentino: San Faustino (il 15 febbraio).  Il sito d’incontri Meetic (fa parte del gruppo InterActive Corp che controlla 150 brand, fra cui OkCupid, Match.com e Tinder), leader europeo del settore, ha milioni d’iscritti presenti in 15 Paesi e ‘vanta’ 6 milioni di coppie nate in tutta Europa e 300 nuove storie ogni settimana. Un giro d’affari, quello del ‘dating’ (cioè degli incontri), che in Italia vale 6,5 miliardi di euro e oltre 22 miliardi in Europa.  Speedvacanze.it, portale specializzato in vacanze per single da oltre quindici anni, ha quasi 200mila iscritti, con incrementi dell’8 per cento ogni anno. In fatto di eventi per ‘cuori solitari’ ha fatto scuola Vitadasingle.net che dal 2000 ha organizzato oltre mille eventi per 90mila donne e altrettanti uomini.  Ma attenzione: bisogna fare i dovuti distinguo. Tra gli 8 milioni di single, spiega la sociologa Chiara Saraceno, «c’è una forte incidenza di anziani rimasti soli (il 28,9% ha più di 65 anni, secondo l’Istat), soprattutto vedove, ma anche dei cosiddetti ‘single di ritorno’ che, a causa di separazioni e divorzi, almeno per una fase della vita, vivono per conto proprio». Poi ci sono i single senza partner o coloro che un fidanzato o una fidanzata ce l’hanno ma non convivono.  «È il fenomeno, in crescita, del Lat, living apart together (vivere separati insieme): si ha un partner, ma non si sta sotto lo stesso tetto. Un po’ perché si vive ancora con i genitori, oppure perché si è vedovi, separati, divorziati con figli e si preferisce la propria indipendenza». L’Istat fotografa che il 13,8% dei single ha tra i 55 e i 64 anni e un 12,8% tra i 35 e i 54 anni, ‘solo’ un 7,2% tra i 18 e i 34 anni, anche se tra i giovani la tendenza sta esplodendo. Per Mario Abis, professore di Statistica e ricerche psicosociali allo Iulm, gli under 32 single arriveranno ad essere un quinto della popolazione, cioè il 20 per cento nel giro di una quindicina d’anni. «I motivi sono diversi, ma ciò che oggi i giovani non hanno è il futuro. Non credono a quello che un tempo si chiamava l’ascensore sociale. Sono impoveriti, spesso si spostano dall’Italia per lavoro e, anche per questo, arrivano a pensare alla vita privata, al matrimonio ma anche alla convivenza, piuttosto tardi».  Poi, c’è il fattore più personale.  «I ragazzi – spiega Abis – faticano a innamorarsi. Si legano meno, hanno rapporti fugaci, una sessualità mordi e fuggi. L’amore profondo non è più la priorità, il tema vero è il lavoro. In questo contesto è l’uomo il soggetto più fragile e spaventato». E tra società e amore ‘liquido’, un impatto forte ce l’ha anche la tecnologia che tra social, app e profili personali enfatizza la dimensione individuale. Poi, ovviamente, manca anche l’ancoraggio territoriale, visto che c’è una maggiore mobilità sociale che porta i giovani a muoversi per sfuggire alla precarietà. 

Da qui, la maggior concentrazione di single nei Paesi del Sud (Italia, Spagna e Grecia) rispetto ai quelli nordici, come l’Olanda e la Danimarca. Ciò nonostante, c’è anche chi, pur essendo solo cerca comunque di trovare un compagno o una compagna. Chi sceglie una vacanza su Speedvacanze.it, ad esempio, ha tra i 30 e i 50 anni, è in prevalenza medico, avvocato o libero professionista, e nel 68% dei casi è un ‘single di ritorno’. I ‘solitari’ del portale vengono prevalentemente dalle grandi città, amano le crociere e sono disponibili a spendere circa 1.500 euro a vacanza. E quando arriva San Valentino, la festa degli innamorati? Ecco che i single si organizzano per San Faustino con una crociera. Senza contare gli eventi, circa dieci ogni mese in tutta Italia, e 1.100 single in lizza per lo ‘speed date’ dei 200 secondi. Lo rese famoso Carlo Verdone già nel 2004 nel film L’amore è eterno finché dura: 25 donne di fronte a 25 uomini si parlano (e corteggiano) per 200 secondi, poi l’arbitro chiama il cambio e gli uomini scalano di un posto finché tutti ‘conoscono’ tutti.

In fatto di eventi per cuori solitari Vitadasingle.net organizza l’art dating, appuntamenti al buio davanti ad opere d’arte. Prima c’è la presentazione della mostra, poi il rinfresco per approfondire la conoscenza con i single accorsi all’evento. E se non hai tempo? Beh, c’è sempre la possibilità d’incontrare l’anima gemella al supermercato. E così il sito ‘La spesa dei single’ invita a iscriversi e andare a fare la spesa il giovedì dalle 17.30 in poi mettendo un fiocchetto rosso sul carrello come segno di riconoscimento. Lo slogan? «L’amore non si compra, ma lo trovi al supermercato».  Il risultato, ovviamente, non è garantito, ma che nelle grandi città essere single sia praticamente la normalità è un dato di fatto. Un esempio su tutti è Milano, soprannominata la capitale dei single, dove i nuclei monofamiliari sono addirittura il doppio delle coppie. Lo cantava pure Memo Remigi, nel 1965: «Sapessi com’è strano, sentirsi innamorati a Milano...». Sebbene i single siano diventati un target a cui le aziende ormai si rivolgono, resta comunque il fatto che il costo della vita incide sul bilancio delle monofamiglie il 69% in più rispetto alla media pro capite di una coppia (fonte Speedate.it). La Coldiretti conferma: la spesa media costa il 44 per cento in più per chi vive solo e per l’abitazione bisogna mettere in preventivo il doppio dei soldi. Morale: ammesso e non concesso che ‘single sia bello’, di sicuro non è conveniente.