Mercoledì 24 Aprile 2024

Sindaco ribelle: monetine per pagare lo Stato (che si riprende i soldi dei disabili)

Per un inghippo burocratico un Comune del Bresciano deve restituire mille euro spesi per i disabili. "Lo faremo, ma a modo nostro"

Paolo Erba, sindaco di Malegno, mostra i sacchi di monetine

Paolo Erba, sindaco di Malegno, mostra i sacchi di monetine

Malegno (Brescia), 11 novembre 2019 - Cinque sacchi con 168 chilogrammi di monetine, tutte da un centesimo, per un totale di 1.101,36 euro. Così Malegno, centro bresciano della Valle Camonica e il suo sindaco, Paolo Erba, restituiranno i soldi raccolti cinque anni fa con il 5 per mille e destinati ad aiutare le famiglie di alcuni disabili, ma che lo Stato ha preteso per sé. Il motivo? Una delle tante trappole burocratiche che mettono in difficoltà i piccoli Comuni: un ritardo di 20 giorni nel consegnare la rendicontazione di quel denaro. 

Non potendo opporre un rifiuto allo Stato, ma convinto che la richiesta fosse assurda, il primo cittadino di Malegno ha deciso, in segno di protesta, di saldare il debito in questo modo e ha raccontato la vicenda sui social.  In particolare, Erba ha pubblicato su Facebook una lettera aperta indirizzata al premier Giuseppe Conte, al ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, e alla collega per la Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone. Lamentandosi di essere stato "abbandonato dallo Stato, cosa che accade a moltissimi piccoli Comuni". 

"Vi scrivo per portarvi a conoscenza di una situazione che oserei definire paradossale", esordisce il sindaco Erba nella missiva. Il Comune di Malegno conta 2mila abitanti ed è posto «all’estrema periferia dell’impero", in Valle Camonica, a circa 70 chilometri (più di un’ora di strada) dalla città più vicina, Brescia. "Nel 2014 – continua il racconto del sindaco – i miei cittadini hanno destinato al Comune il proprio 5 per mille, per un totale di 1.101,36 euro: cifra che può a voi sembrare esigua. Tuttavia, per il mio Comune si tratta di una somma importante, in considerazione dell’utilizzo che ne è stato fatto: abbiamo aiutato famiglie di persone disabili, così come previsto dalla norma". 

Dunque, "se vivessimo in un Paese di buon senso – prosegue Erba – la mia lettera sarebbe potuta finire qui: i cittadini hanno versato il 5 per mille al Comune, il Comune lo usa come previsto dalla norma, lo Stato verifica autonomamente, visionando il bilancio comunale, se il percorso è stato corretto. Il tutto effettuato in pochi minuti, senza nessuna spesa di personale aggiuntiva". Invece la "telenovela" inizia proprio qui.

Nel 2018, infatti, la Direzione centrale della finanza locale del Ministero dell’Interno ha estratto Malegno tra i Comuni che devono presentare la rendicontazione di queste spese, fissando il termine al 31 dicembre di quell’anno.  Entra in gioco la scarsità di mezzi e personale con cui devono fare fronte quotidianamente i Comuni sotto i 5.000 abitanti (che, in Italia, sono più di due terzi del totale). A Malegno, infatti, la dipendente del servizio ragioneria "è una sola e lavora part time – fa sapere il primo cittadino –. Le cose da fare, dunque, sono molte e quel tipo di rendicontazione richiesta dal Ministero non è certo una priorità, visto che, essendo già stata registrata a bilancio, il modo di effettuare un controllo da parte dello Stato era comunque garantito". 

Fatto sta che le carte sono state prodotte dall’amministrazione con "un ritardo di 20 giorni" e quindi il Ministero dell’Interno è intervenuto, chiedendo di restituzione di 1.101,36 euro per non aver rispettato la scadenza.  Il Comune e i suoi abitanti, per voce del primo cittadino (a capo di una lista civica e riconfermato alla carica di sindaco dopo il primo mandato), si sono detti pronti a restituire la somma allo Stato, ma l’hanno fatto a modo loro. "I 1.101,36 euro sono pronti per essere versati allo Stato Centrale – si legge nella lettera di Erba alle più alte cariche dello Stato –. Tuttavia, mi sono permesso di trasformare questa cifra in monete da un centesimo, corrispondenti a sacchi pieni di monete per un peso di 168 chili!. Una provocazione, se si vuole, accompagnata dall’invito a un rappresentante dello Stato "per mostrare come si sopravvive e si lavora in un Comune all’estrema periferia dell’impero". Chissà se mai qualcuno da Roma risponderà all’invito e salirà a Malegno: Erba sta aspettando una risposta.