Sindacati e sinistra sfilano in piazza "Il governo sciolga Forza nuova"

In 60mila a San Giovanni per la mobilitazione "contro i fascismi". Landini: "Lo Stato applichi la legge"

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di Giovanni Rossi

Piazza San Giovanni applaude. Motiva l’Italia che reagisce e non si arrende. In un pomeriggio di orgoglio ritrovato il sindacato alza la voce. E dal palco simbolo della lotta per i diritti formula tre richieste non equivocabili: sciogliere Forza Nuova e le organizzazioni neofasciste, rilanciare il lavoro e la solidarietà, combattere l’evasione e riformare il fisco nel solo modo utile: "Più netto in busta paga e nelle pensioni". Sette giorni dopo l’assalto alla sede della Cgil, tutta un’altra Italia scende in strada. "Siamo duecentomila", esagerano gli organizzatori. "Sessantamila", è il conto della questura. Ma il consueto balletto sulle presenze nulla toglie alla qualità delle rivendicazioni e all’unità dei tre leader.

Grappoli di palloni rossi, verdi e blu stanno ficcati in cielo sopra un mare di bandiere. Corteo e manifestazione: liturgia completa – senza eccessi retorici – nella tersa luce romana. "Questa è una manifestazione che difende la democrazia di tutti. Questo è il tema", è la replica del segretario della Cgil Maurizio Landini al leader leghista Matteo Salvini. "In questa piazza c’è la nuova Resistenza. Non c’è spazio né per gli squadristi né per i violenti", continua il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri. "Sappiano tutti gli estremisti e i professionisti della destabilizzazione che andranno a sbattere contro un muro: quello del sindacato – avvisa il segretario della Cisl Luigi Sbarra –. Il governo proceda immediatamente allo scioglimento di tutte le organizzazioni neofasciste e neonaziste". "Questa piazza chiede atti concreti: lo Stato dimostri la sua forza nell’applicare le leggi", ribadisce Landini con cravatta rosso fuoco e piglio da leader. Lo applaudono il segretario del Pd Enrico Letta e quello di M5S Giuseppe Conte, i ministri Luigi Di Maio (Esteri), Andrea Orlando (Lavoro), Roberto Speranza (Salute) e Dario Franceschini (Cultura), l’ex premier Massimo D’Alema, il candidato sindaco di Roma Roberto Gualtieri e tanti primi cittadini in fascia tricolore.

Per indicare le sfide cui è chiamato il Paese, Landini riparte dalle violenze di una settimana fa alla Cgil. "Hanno fatto un assalto, molti danni e distrutto anche opere d’arte. Ma mi sono convinto che non sapevano nemmeno cosa stavano guardando...Perché c’è un bellissimo quadro di Guttuso all’ingresso (rimasto intatto, ndr): forse era troppo complicato per loro. E questo ci pone il tema che la conoscenza e la cultura devono essere un diritto garantito a tutto il Paese". Sapere per capire. Una chiamata alla conoscenza. Il contrario dell’ignoranza No vax e dell’arroganza No pass. "Cosa si aspetta a rendere obbligatorio l’obbligo vaccinale? Grave che il governo e il Parlamento non l’abbiamo ancora fatto per mera convenzienza politica e per nascondere contraddizioni all’interno della maggioranza. Contraddizioni scaricate sul mondo del lavoro con conflitti e divisioni", osserva Sbarra. "Liberalizzate i brevetti, non permettiamo che il vaccino determini la nuova geopolitica", chiede Bombardieri.

L’Italia riparte ma deve farlo con equità, giustizia, sicurezza: "Un altro morto sul lavoro – denuncia Landini –. Ora basta. Bene il decreto del governo, ma bisogna prevenire". E c’è molto di più: "Oggi abbiamo una quantità di risorse europee senza precedenti, il problema non è solo come si usano quelle risorse, ma che si usino bene. Lo dico secco, con un messaggio chiaro: non passiamo dalla pandemia del virus alla pandemia salariale". Fa l’esempio di Ita Airways: la guerra al contratto nazionale "fatta con soldi pubblici". No, grazie. "La nostra battaglia è quella di costruire Europa sociale e del lavoro". Anche per togliere ogni spazio "a chi ha pensato di sfruttare il malessere sociale". "Abbiamo bisogno di lavoro stabile e combattere la precarietà, di ridare fiducia a giovani e donne", alza l’asticella il leader della Cgil. E Bella Ciao sovrasta l’ultimo applauso.