Giovedì 18 Aprile 2024

Simula furti in casa e la colpevolizza Abusi psicologici sulla compagna

La manipolazione è chiamata“Gaslighting“. Lei era convinta di essere pazza, per lui divieto d’avvicinamento

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di Dario Crippa

e Sonia Ronconi

Come in un film. “Gaslight”, pellicola del ’44, raccontava di un uomo che provocava nella moglie (interpretata da Ingrid Bergman) angoscia (titolo italiano del film), facendole sparire oggetti e gioielli per portarla lentamente a persuadersi di essere folle. E così faceva anche un uomo di 48 anni di Villasanta, che con l’obiettivo di soggiogare la sua compagna e indurla in uno stato di assoluta dipendenza fisica e psicologica, aveva reso la sua esistenza un inferno.

Facendole sparire il portafogli, la borsetta, il badge aziendale, simulando furti in casa al fine di colpevolizzarla. "Sei pazza". "Chissà chi è entrato". Per mesi, tentando di dimostrare che tutto era dovuto alla donna, alle sue relazioni sentimentali passate, trovando un pretesto per impedirle di frequentare qualunque uomo. Anche se apparteneva alla sua stessa famiglia. Isolandola. A salvare la vittima, il lavoro di squadra tra i suoi figli e i carabinieri. Secondo le indagini condotte dai militari del Comando provinciale di Monza, coordinate dal pm Salvatore Bellomo, la condotta del 48enne era inquadrabile nel “Gaslighting”, una forma di manipolazione psicologica subdola e violenta, con la quale l’aguzzino presenta alla vittima false informazioni con l’intento di farla dubitare della sua stessa memoria e percezione. La donna, che abitava insieme al compagno e ai due figli, nati da una relazione precedente, viveva praticamente reclusa, controllata attraverso centinaia di telefonate e messaggi, indotta a cancellare ogni uomo dalla sua vita, vera o virtuale. Anche sulla rubrica telefonica o su Facebook. Costantemente bersagliata da “strani eventi” la cui responsabilità le era regolarmente scaricata addosso dal compagno. Quando invece era lui stesso a provocarli. I carabinieri della Compagnia di Seregno hanno messo tutto in chiaro: i furti in casa, la sparizione di telefonino o chiavi dell’auto. Persino la distruzione del bancomat o i cinque litri di argilla infilati nel serbatoio della sua auto, erano stati commessi dal compagno. "Non ho mai conosciuto una donna come te – una delle frasi che le ripeteva ossessivamente – sei una donna che vale zero". "Non hai la testa".

Fino alle minacce esplicite: "Se sbagli la devi pagare". Ipotizzando sempre che dietro gli eventi (almeno 30 quelli documentati) ci fosse di mezzo qualche altro uomo. Fino a quando la poveretta era arrivata a dubitare della propria sanità mentale. Dopo l’ennesimo atto di vandalismo, una ruota dell’auto trovata squarciata, quando la donna si è presentata in caserma per la denuncia, spaventata e preoccupata anche per la sicurezza dei suoi figli, i carabinieri hanno deciso di vederci chiaro. I ragazzi, che non avevano mai smesso di avere fiducia nella propria mamma, avevano già deciso di installare delle telecamere di videosorveglianza in casa, perché sospettavano che l’autore delle angherie fosse il nuovo compagno della donna. Le immagini registrate hanno dato loro ragione. Ora il 48enne, di origine pugliese, dovrà mantenere una distanza di almeno 300 metri da lei e dai suoi familiari. Sottoposto a divieto di avvicinamento emesso dal Gip di Monza con l’accusa di maltrattamenti in famiglia.