Simona Cavallaro sbranata dai cani, trovati due del branco ancora sporchi di sangue

Il pastore è indagato per omicidio colposo. Caccia agli altri 10-15 maremmani per scoprire il chip. Il racconto agghiacciante dell'amico

Simona Cavallaro, la 20enne aggredita e sbranata da un branco di maremmani (Ansa)

Simona Cavallaro, la 20enne aggredita e sbranata da un branco di maremmani (Ansa)

Catanzaro, 27 agosto 2021 - Non era un branco di cani randagi, quello che ieri ha aggredito e sbranato a morte la povera Simona Cavallaro, 20 anni, in un'area pic nic di Satriano, nel Catanzarese. La svolta del caso - che ha riempito d'orrore e sgomento tutt'Italia - arriva nel primo pomeriggio, quando i carabinieri della compagnia di Soverato hanno individuato il presunto pastore che aveva messo 10-15 maremmani a guardia del suo gregge di capre.

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Al momento sono stati identificati due cani del branco, ancora sporchi di sangue, e i veterinari stanno cercando il loro chip identificativo.

I militari sono a caccia anche degli altri cani, tutti pastori maremmani (sarebbero 10-15), per verificare se possiedano il chip che permette di risalire al proprietario. Gli animali sono stati definiti "molto aggressivi": si sono avventati anche contro i carabinieri e i vigili urbani intervenuti, che si sono visti costretti a sparare in aria per allontanarli. 

Agghiacciante il racconto dell'amico della ragazza, che si è salvato: Simona non ha avuto scampo, i morsi dei maremmani non le hanno dato tregua, e la tragedia si è consumata in pochi minuti. Il ragazzo sarebbe riuscito a fuggire nella direzione opposta e ha trovato riparo in una baita, salvandosi così la vita.

Indagato il pastore

È indagato per omicidio colposo il pastore, un 44enne di Satriano, che sarebbe proprietario dei cani che ieri hanno attaccato e ucciso la ragazza. Gli investigatori dei carabinieri sono ancora in attesa dei risultati degli accertamenti compiuti dai veterinari sui due cani trovati per stabilire se siano dotati del chip di riconoscimento. L'iscrizione del pastore nel registro degli indagati, spiegano fonti vicine alle indagini, serve anche a sua garanzia per permettergli la nomina di un perito di parte in vista dell'autopsia disposta dal pm della Procura di Catanzaro Irene Crea che sarà effettuata domani.

Gli investigatori, oltre a dover stabilire se i cani che hanno aggredito Simona fossero del pastore, stanno anche valutando se il gregge di pecore fosse al pascolo in una zona consentita o meno. La morte della ragazza, infatti, è avvenuta vicino a un'area picnic che Simona e il suo amico stavano visitando in vista di una scampagnata in programma domenica con un gruppo di amici. 

La disperazione del papà

"Le nostre vite distrutte", scrive su Facebook Alfio Cavallaro, il padre di Simona, noto gioielliere della zona. "La mia amata figlia Simona è venuta a mancare su questa vita terrena, il mio dolore è immenso come se avessero asportato metà del mio corpo". E ancora: "Simona pura come l'acqua di fonte, solare come l'alba e il tramonto, sorridente e scherzosa come una bambina". L'uomo ha pubblicato anche alcune foto della figlia Simona: "Uno spaccato della sua poca vita vissuta nel pieno amore della famiglia e degli amici più cari. Le nostre vite saranno distrutte". 

Spirlì e gli animalisti

Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente ff della regione Nino Spirlì, per dire che è stata "una tragedia immane che poteva e doveva essere evitata". Diverse associazioni animaliste, però, hanno lamentato le carenze da parte delle istituzioni nel controllo del fenomeno del randagismo ma anche per come vengono tenuti i cani da parte dei proprietari.