Giovedì 25 Aprile 2024

Silvio scomunica i ribelli azzurri Ma Toti non ci sta: "È colpa tua"

Berlusconi torna in campo e detta la sua linea: "Sto molto meglio, rilanciamo il centrodestra". Sui candidati sindaci a Milano, Roma e Bologna, però, l’intesa sembra ancora in alto mare

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di Ettore Maria Colombo

Berlusconi sta meglio, ma il centrodestra è pieno di guai, e non solo sul fronte dei candidati sindaci che, a Roma (al ‘ballottaggio’ interno andranno il tribuno Enrico Michetti e la magistrata Simonetta Matone) come a Milano (si parla della imprenditrice Anna Rosa Racca), non si trovano. Il vertice di martedì scorso è stato attraversato da polemiche e sbotti d’ira reciproci.

Forse andrà meglio il prossimo, quello "decisivo". Il lodo Cesa (che è anche il lodo Toti), propone che il candidato comune di Roma sia scelto da Fd’I, Milano dalla Lega e Bologna da Forza Italia. Ma le tensioni interne tra i due partiti maggiori, ormai rivali, Lega e Fratelli d’Italia, non aiutano. E non aiuta neppure la nascita di Coraggio Italia, che ha creato ruggini e scompiglio, oltre che semi-svuotare gli azzurri, con le aree delle due attuali ministre, Gelmini e Carfagna, in movimento centripeto anti-Tajani (troppo schiacciato sulla Lega, l’accusa delle due) che, da parte sua, rivendica il filo diretto con il Cav. Ma meglio andare con ordine.

La prima notizia è che Silvio Berlusconi sta bene. O, meglio, è in netto miglioramento. Dopo le voci sulla gravità del suo stato di salute, con un’intervista al quotidiano di famiglia, il Giornale, il Cavaliere fa sapere che "sto gradualmente migliorando. I miei medici mi hanno finalmente autorizzato a riprendere un minimo di attività, pur senza ancora uscire di casa", dice l’ex premier con il comprensibile sollievo di chi, a 84 anni, ha avuto, ad agosto, il Covid. Berlusconi è rimasto colpito dall’"affetto degli italiani in questi mesi difficili". La seconda notizia è che Silvio torna sulla scena politica e a dettare la linea a una FI sbandata, priva di guida e preda di lotte interne, oltre che bucata come una groviera da partiti vecchi e nuovi.

"Il ddl Zan è un grave errore, lo dico da liberale", il primo punto, per fermare quegli azzurri liberal, al Senato, pronti a votarlo. Poi, colpettino a Salvini e Meloni, sui migranti, e pieno endorsment a Draghi, che invita a toni e rapporti "costruttivi e non muscolari" con la Ue. Altro punto non negoziabile: "Il governo Draghi è un’anomalia destinata a durare fino a quando l’emergenza non potrà dirsi davvero superata". Poi, Berlusconi entra a piedi uniti nelle questioni interne alla coalizione.

Sull’ascesa inarrestabile di Giorgia Meloni, premiata dai sondaggi, taglia corto: "Il futuro premier lo sceglieranno, come sempre, gli elettori". Una regola aurea (era sempre FI il partito più votato) che lo vede avvicinarsi a Salvini in funzione anti-Meloni. Si parla di un "allargamento" della Lega al centro e in vista c’è una "federazione" sia con Forza Italia che con l’Udc. Obiettivo di questa Lega verde-azzurro-bianca tenere a distanza, in voti e in seggi, la Meloni, non coalizzabile con altri.

Infine, arriva la scomunica per gli scissionisti. L’operazione di Luigi Brugnaro e Giovanni Toti, che hanno dato vita a Coraggio Italia, "mi ha rattristato perché fa l’opposto di quello che è necessario. È un’operazione di Palazzo", taglia corto il Cavaliere.

Ma il governatore ligure, Toti, risponde per le rime: "Noi stiamo costruendo un grande polo riformista. Berlusconi ha torto perché non ha permesso a Forza Italia il rinnovamento interno e FI ha perso consensi a ogni elezione". Due rotte che sembrano ormai inconciliabili. Anche perché Toti rivendica infine un dialogo con Carlo Calenda e Matteo Renzi: "Tecnicamente abbiamo posizioni molto vicine su tanti temi, ma nella pratica loro sono in una metà campo che non è la nostra. Loro, semmai, potranno riflettere se è il caso di stare con grillini e Pd su ius soli e tassa di successione".