Mercoledì 24 Aprile 2024

Silvia Romano, Facebook chiuso e casa sorvegliata. Indagine per minacce aggravate

Madre: "Chiunque tornerebbe convertito". Al vaglio dei pm anche post di Sgarbi. Portavoce Al Shabaab: "Il riscatto servirà per jihad". Ma Di Maio: "Non mi risulta. Perchè credere a un terrorista"

Silvia Romano nella sua casa a Milano (Ansa)

Silvia Romano nella sua casa a Milano (Ansa)

Milano, 12 maggio 2020 - Gli insulti contro Silvia Romano sotto la lente degli inquirenti. La Procura di Milano indaga per minacce aggravate. Il fascicolo è a carico di ignoti ed è coordinato dal pm Alberto Nobili. La casa della giovane, dove è rientrata ieri dopo la prigionia in Kenya, è stata sorvegliata per tutta la notte e anche stamattina da poliziotti e carabinieri. Un provvedimento precauzionale preso anche alla luce dei numerosi attacchi sui social. In tal senso, dal primo pomeriggio il profilo Facebook della cooperante non è più visibile.

Oggi ha parlato la mamma di Silvia. Poche parole quando è uscita di casa per portare a spasso il cane: "Come vuole che stia? Provate a mandare un vostro parente due anni là e voglio vedere se non torna convertito". "Usate il cervello", ha aggiunto la signora rientrando e ribadendo di non voler rilasciare altre dichiarazioni: "Vogliamo stare in pace, abbiamo bisogno di pace".

Silvia è stata sentita nel lomeriggio dal pm responsabile dell'antiterrorismo di Milano Alberto Nobili. L'indagine per le minacce al momento vede la raccolta e il vaglio di tutti i messaggi minatori, non solo i post sui social ma anche alcune lettere. Ha detto di "essere serena" malgrado le minacce Inquirenti e investigatori hanno sentito anche la madre.

Al vaglio dei pm di Milano - secondo quanto riporta l'agenzia Ansa - c'è anche un post di Vittorio Sgarbi, il quale ha scritto che la giovane "va arrestata" per "concorso esterno in associazione terroristica". Del post, tra l'altro, ha parlato, da quanto si è saputo, la stessa 24enne nell'audizione di oggi pomeriggio. I carabinieri del Ros hanno chiesto alla ragazza, come forma di cortesia, se volesse sospendere la deposizione all'ora della preghiera islamica.

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Di Maio: "Non mi risultano riscatti"

"A me non risultano riscatti" per la liberazione di Silvia Romano, "altrimenti dovrei dirlo", con queste parole il ministro degli Esteri Luigi Di Maio risponde alla domanda alla trasmissione 'Fuori dal Coro' in onda stasera su Rete 4. "Perché la parola di un terrorista che viene intervistato vale più di quella dello Stato italiano?", hsi è chiesto il ministro riferendosi all'intervista di oggi al portavoce degli Shabaab che parlava del pagamento di un riscatto da parte dell'Italia.

Matteo Salvini

"Festeggiamo il ritorno a casa di questa ragazza che è la cosa più importante. Se poi si vesta con abiti islamici o in jeans e maglietta è una sua decisione. Io, se fossi stato al governo, avrei fatto una scelta diversa, con un ritorno un po' più sobrio, senza telecamere, in diretta mondiale per far vedere che, non solo i sequestratori avevano incassato, ma che avevano vinto", ha detto il segretario della Lega, Matteo Salvini, parlando a 'Omnibus' su La7.

Giorgia Meloni

"Silvia Romano è una vittima, dei suoi rapitori e anche di un governo che ha spettacolarizzato la sua tragedia, invece di provare pietà per una giovane donna alla quale sono stati rubati due anni di vita", ha dichiarato in una intervista all'Huffington Post il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. 

Il portavoce di Al Shabaab

Intanto Ali Dehere, portavoce del gruppo terrorista Al Shabaab, nelle cui mani la giovane cooperante italiana è rimasta 18 mesi, afferma che "parte" del riscatto pagato per la liberazione "servirà a comprare armi di cui abbiamo sempre più bisogno per portare avanti la jihad". In un'intervista a la Repubblica, Dehere, dice che "il resto" del denaro "servirà a gestire il Paese: a pagare scuole, comprare cibo e medicine che distribuiamo al nostro popolo, a formare i poliziotti che mantengono l'ordine e fanno rispettare le leggi del Corano". A suo dire, sono state "decine" le persone che hanno partecipato al rapimento di Silvia. "C'è una struttura in seno ad Al Shabaab", spiega, "che si occupa di trovare soldi per far funzionare l'organizzazione, la quale poi li ridistribuisce al popolo somalo. E' questa struttura che gestisce le diverse fonti d'introiti". Dehere si barrica, però, dietro un "no comment" sia alla domanda sull'entità del riscatto sia sul perché il sequestro è durato così a lungo.

Silvia Romano, l’Italia paga l’incoscienza delle Ong - di Massimo Donelli