"Io sono preoccupato per la situazione economica non per le beghe nei 5 stelle", ma "se qualcuno rimane nel governo senza rappresentare nessuno, un problema ci sarà... nel senso, a nome di chi va in giro per il mondo il ministro degli Esteri? Non ho capito chi rappresenta chi...". Matteo Salvini, lasciando il Senato, non ha risparmiato una frecciata a Luigi Di Maio.
È solo l’ultimo degli attacchi del leader del Carroccio all’ex vicepremier. Solo 48 ore fa aveva chiosato: "Io dico che non mi può fregare di meno di chi vince tra Conte e Di Maio. Mi interessa lo sconto benzina. Certo, che avere un ministro degli Esteri sfiduciato dal suo partito è qualcosa che rende la competitività italiana leggermente in difficoltà nel mondo".
Anche il non viaggio di Salvini a Mosca era stato motivo di punzecchiature tra i due. "Ha presentato uno pseudo piano di pace che è durato un quarto d’ora – ha detto – e poi non si sa in quale cestino sia finito. Non chiedo medaglie o ringraziamenti ma rivendico il mio diritto di lavorare per la pace". La risposta del titolare della Farnesina non si era fatta attendere: "Le critiche di Salvini? Sembra l’antipasto del Papeete 2. Ricordate quando fece cadere il Conte I? Iniziò criticando i vari ministri del governo".
Subito dopo il primo turno delle elezioni amministrative, il ministro degli Esteri aveva attaccatto Conte, accusandolo di scimmiottare proprio il leader della Lega: "Non possiamo stare al Governo e poi attaccarlo un giorno sì e un giorno no per imitare Salvini".