Siccità, Coldiretti: tutta Italia ha sete. Il Piemonte chiede lo stato di calamità

Coldiretti: nel Paese danni all'agricoltura pari a circa 2 miliardi di euro. Il presidente Cirio allarmato dalla mancanza d'acqua. Allarme Po a secco

Il livello del Po a Torino (Ansa)

Il livello del Po a Torino (Ansa)

Torino, 16 giugno 2022 - La siccità minaccia oltre 30% della produzione agricola, e il presidente della Piemonte, Alberto Cirio, ha fatto richiesta di stato di calamità per l'agricoltura nella sua regione. Ma la mancanza d'acqua nei campi riguarda tutta l'Italia, dalla Lombardia alla Sicilia, passando per Veneto, Emilia Romagna, Abruzzo, Puglia e Calabria. La Coldiretti stima danni per l'agricoltura pari a circa 2 miliardi di euro, per effetto del calo dei raccolti. 

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Il Piemonte stima una riduzione del 30% delle foraggere con conseguente danno per le aziende zootecniche. Calo del 30% anche nei cereali a semina autunnale. Gravi danni anche ai vitigni, con la produzione di acini sotto la media. In Lombardia le coltivazioni in campo sono rovinate, su orzo e frumento ci si attende cali fino al 30%. Nei guai mais e riso, che hanno bisogno di molta acqua per crescere. In Liguria, oltre al foraggio, forti cali anche in prodotti tipici come gli uliveti e il basilico.

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Anche la Sicilia ha sete: sulla Piana di Catania il sistema irriguo è fatiscente. Restano a secco anche fichi d'India, seminativi e ortaggi. La Puglia ancora peggio con una perdita calcolata in oltre 70 milioni di euro l'anno. Giù le coltivazioni in campo come grano e altri cereali, ma anche di foraggi per l'alimentazione degli animali, di ortaggi e frutta. pagano anche gli ulivi: un calo sensibile della produzione di olive del 40%. 

In Sardegna l'emergenza portata dal caldo torrido è arrivata sotto forma di milioni di cavallette, che stanno devastando 30mila ettari di coltivazioni, divorando i raccolti delle campagne. In Calabria la media regionale del danno si attesta al 10%, ma la costa jonica tocca perdite che superano il 60%, sempre secondo la fotografia di Coldirretti. 

In Emilia Romagna si contano 300 milioni di euro di danni per seminativi e ortofrutta. Ma il danno crescerà visto che è stato dato solo il 30% dell'acqua che serve ad albicocche, ciliegie, pesche e susine e il 12% agli alberi di pere e mele. 

In Abruzzo danni ai campi di grano con un calo di almeno il 15% delle rese, poi difficoltà per girasole, mais e altri cereali. In Veneto le irrigazioni di soccorso stanno contenendo i danni. Ma Polesine e nella Bassa Padovana si riscontrano problemi anche  per le coltivazioni che hanno bisogno di poca acqua, come aglio e grano. Alla foce del Po tutto ciò si somma alla risalita del cuneo salino (infiltrazioni di acqua salata) che potrebbe intaccare le falde acquifere e bruciare ortaggi