Siccità in Italia, si scivola verso l'emergenza. Il punto regione per regione

Il ministro Cingolani: "Preoccupato". Le Regioni: "Razionare acqua subito per evitare stop dei parchi acquatici". Nei campi manca l'acqua per irrigare. Enel: in Lombardia finita per l'uso agricolo. Stop a centrale idroelettrica di Piacenza. Primi divieti

Roma, 21 giugno 2022 - La questione energetica, quella agricola, quella sugli usi domestici, quella sugli usi ricreativi. La siccità che sta colpendo l'Italia rischia di scatenare criticità in molti settori chiave dell'economia e della vita di tutti i giorni della popolazione. "Abbiamo un problema, decisamente, il flusso di acqua è cruciale per l'idroelettrico e anche per il raffreddamento delle centrali. Speriamo che sia una cosa assolutamente contingente, stiamo valutando ora tutte le cose da fare. Non dimentichiamo che non è solo un problema energetico ma anche agricolo. Sono abbastanza preoccupato ma speriamo che almeno questo migliori presto". Queste le parole del ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, a margine dell'assemblea di 'Elettricità Futura', interpellato in merito alla crisi idrica.

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Regioni e Protezione civile

Il tema della siccità affrontato anche nel corso della Conferenza delle Regioni di oggi, che tornano a chiedere lo stato di emergenza al Governo, per poter avere così il supporto a livello nazionale della Protezione Civile. Domani i governatori vedranno il capo del Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio.

"L'Italia perde ogni anno l'89% dell'acqua piovana, servono gli invasi"

Coldiretti segnala che l'Italia perde ogni anno l'89% dell'acqua piovana e serve subito una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l'acqua e distribuirla quando serve ai cittadini, all'industria e all'agricoltura, con una ricaduta importante sull'ambiente e sull'occupazione. "Accanto a misure immediate per garantire l'approvvigionamento alimentare della popolazione, appare evidente l'urgenza di avviare un grande piano nazionale per gli invasi che Coldiretti propone da tempo" afferma il presidente Ettore Prandini, che nella lettera inviata al presidente del Consiglio Mario Draghi chiede "che, a fronte di una crisi idrica la cui severità si appresta a superare quanto mai registrato dagli inizi del secolo scorso, venga dichiarato al più presto lo stato di emergenza nei territori interessati con l'intervento del sistema della Protezione civile per coordinare tutti i soggetti coinvolti, Regioni interessate, Autorità di bacino e Consorzi di bonifica, e cooperare per una gestione unitaria del bilancio idrico". 

La situazione nei campi

Le alte temperature rendono più difficile la situazione nei campi - sottolinea la Coldiretti - dove manca l'acqua necessaria ad irrigare le coltivazioni che si trovano in una situazione di stress idrico che mette a rischio le produzioni in buona parte del Paese, in un 2022 segnato fino ad ora da precipitazioni praticamente dimezzate. Una situazione che ha cambiato anche le scelte di coltivazione sul territorio con un calo stimato di diecimila ettari delle semine di riso che ha piu' bisogno di acqua a favore della soia. A preoccupare è la riduzione delle rese di produzione delle coltivazioni in campo come girasole, mais, grano e degli altri cereali ma anche quella dei foraggi per l'alimentazione degli animali e di ortaggi e frutta che hanno bisogno di acqua per crescere. Una situazione pesante in un momento difficile a causa della guerra in Ucraina e dei forti rincari nel carrello della spesa. Ad essere colpito dalla siccità è l'intero territorio nazionale ma particolarmente grave è la situazione nella Pianura Padana dove per la mancanza di acqua è minacciata oltre il 30% della produzione agricola nazionale e la meta' dell'allevamento che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo.

Enel: in Lombardia finita l'acqua per uso agricolo

"L'acqua è agli sgoccioli: tutta la disponibilità è stata impiegata" dagli operatori del settore idroelettrico "per coprire la necessità del comparto agricolo nei prossimi 10 giorni". Ma "è stato fatto tutto il possibile. L'acqua è finita. Tutta quella a disposizione è stata ripartita nel tempo richiesto". Così il legale rappresentante di Enel, Giovanni Rocchi, in audizione alla commissione congiunta di Agricoltura e Montagna di Regione Lombardia, convocata in via straordinaria per la grave crisi idrica e all'emergenza siccità. Agli operatori del settore idroelettrico la Regione ha chiesto, per i prossimi dieci giorni, di far confluire nel lago di Como 4 milioni di metri cubi d'acqua in media al giorno e 900mila metri cubi d'acqua nel lago d'Iseo. In particolare, ha spiegato Rocchi, per i laghi in Valtellina "già da tempo abbiamo dato disponibilità per 500mila metri cubi d'acqua al giorno. Di più non possiamo fare su quest'asta: le risorse sono esaurite". Sui laghi della Valcamonica, nei tavoli "è stato stabilito di rilasciare 900mila metri cubi al giorno medi settimanali" che "per ora sono sufficienti". Per i fiumi Serio e Brembo "la disponibilità data è rispettivamente di 250mila e 200mila metri cubi d'acqua per i prossimi dieci giorni". La situazione, spiega ancora Rocchi, "impatta molto sulla nostra attività". Roberto Scottoni, responsabile impianti idroelettrici di A2A, ha aggiunto che la società "sta turbinando e rilasciando acqua per 3 milioni di metri cubi al giorno nell'arco della settimana. Pari al 75% della richiesta. Riteniamo di aver fatto uno sforzo importante". Mauro Bonanni, responsabile adeguatezza operativa di Terna ha sottolineato che "la scarsità delle risorse idriche tocca anche la capacità della produzione idroelettrica", ma "le attuali informazioni non ci fanno prevedere rischi nell'immediato". L'intento, ha spiegato l'assessore a Enti locali e Montagna Massimo Sertori, è "contenere i danni che sicuramente ci saranno" e "salvare il primo raccolto".

Si ferma la centrale idroelettrica di Piacenza

Il rischio è quello di un effetto a catena, anche sulla produzione di energia elettrica, che già deve affrontare le conseguenze della guerra in Ucraina. Arrestata in via temporanea, a causa dellla siccità che sta affligendo il Po che non ne permette al momento il funzionamento, la centrale idroelettrica di Isola Serafini, nel Piacentino: l'impianto idroelettrico, conferma Enel Green Power, ripartirà solamente a seguito del ripristino delle condizioni idrauliche sufficienti all'esercizio dell'impianto stesso. La centrale idroelettrica Carlo Bobbio di Isola Serafini, intitolata all'architetto che si occupò della sua realizzazione, è stata costruita tra il 1958 e il 1962 dalla Società Idroelettrica Medio Adige di Verona. L'impianto produce energia elettrica sfruttando il dislivello creato dallo sbarramento sul fiume Po presso Isola Serafini, in un punto in cui il corso d'acqua forma una grande ansa naturale di circa 12km di lunghezza. Lo sbarramento che ha una lunghezza totale di 362 metri è costituito da undici luci di 30 metri ciascuna, regolate da paratoie a catene e 6 ventole abbattibili e crea un dislivello variabile da 4 a 12 metri a seconda della portata del fiume: l'acqua alimenta quattro turbine Kaplan con una potenza installata totale di circa 80 MW. La portata massima derivabile è di 1000 m/s e la producibilità media annua è di 485 GWh.

Rubinetti a rischio

Nelle riunioni della Conferenza delle Regioni saranno avanzate le richieste: scontata quella dello stato d'emergenza, alla quale con ogni probabilità dovrebbe arrivare una risposta positiva. Dalle Regioni però arriverà anche la richiesta della messa a disposizione dei fondi del Pnrr per la realizzazione di nuovi invasi. Possibile anche che si parli di un quadro comune di ordinanze per prevenire lo spreco d'acqua, con il razionamento e l'indicazione a privilegiare l'uso dell'acqua per i fabbisogni primari. Intanto partono i primi provvedimenti. Da questa sera, e fino a revoca dell'ordinanza, tra le ore 23 e le 6 del mattino, per esempio, alla popolazione del Comune di Ronzo-Chienis in Trentino, non sarà fornita l'acqua potabile. Il provvedimento firmato dal sindaco Gianni Carotta è stato preso a seguito dello svuotamento di due serbatoi e del perdurare del periodo di siccità. Sull'ordinanza viene riportato di non utilizzare l'acqua potabile proveniente dagli acquedotti del territorio per scopi diversi da quello umano, alimentare, zootecnico e per le aree verdi pubbliche e cimiteriali per le quali è ammesso solamente eventuale innaffiatura a mano.

L'appello dei parchi acquatici

Crescono i timori anche per le sorti dei parchi divertimento acquatici, che chiedono di scongiurare lo stop e ricorrere all'acqua di mare. Luciano Pareschi, presidente dell'associazione Parchi Permanenti Italiani, propone: "Con le carenze idriche dovute alla siccità per i parchi che si trovano in prossimità della costa si potrebbe pensare ad usare l'acqua del mare trattata e filtrata - dice -. E' importante scongiurare l'ipotesi di razionamenti di acqua o di riduzione dell'orario. Una soluzione di questo tipo sarebbe insostenibile per la nostra categoria".

Apprensione e allarme anche a Leolandia

La proposta di diversi governatori, che domani incontreranno il capo del Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio, è di attivare lo stato di emergenza per la siccità con provvedimenti mirati che puntino da subito a razionare l'acqua in favore di un uso maggiore a scopi umani (di prima necessità) e agricoli, anche per scongiurare in futuro un'immediata chiusura di parchi acquatici, piscine o la disattivazione di fontane monumentali. 

Il punto regione per regione

PIEMONTE

È la regione più colpita: in oltre 200 comuni l'acqua è razionata. Gli invasi sono al minimo storico con una riduzione media dal 40 al 50%. Il Lago Maggiore in tre giorni ha perso un metro: il livello è passato dal 193,89 metri a 192,83. Le acque del Po non sono mai state così basse da 70 anni.

VALLE D'AOSTA

Nevai già sciolti come ad agosto e portata della Dora Baltea quasi dimezzata rispetto a un anno fa: solo 135 metri cubi al secondo a fronte dei 243 di allora. L'acqua conservata nel manto nevoso rispetto alla media storica è in calo del 40-50% (il dato peggiore dal 2002).

VENETO

È nella provincia di Verona che si fa sentire maggiormente l'emergenza: 40 Comuni hanno adottato il razionamento idrico. Anche in Veneto il Po mostra segni di sofferenza e l'Adige e il Piave sono ai livelli negativi di guardia. Precipitazioni inferiori del 40% rispetto al 2021. LOMBARDIA I problemi principali riguardano l'agricoltura con stime di danni per 2 miliardi di euro. La Regione invita i cittadini a consumare l'acqua con moderazione. "Per ora la situazione della Lombardia è sotto controllo - assicura il governatore Attilio Fontana".

FRIULI VENEZIA GIULIA

Primi razionamenti di acqua lungo il fiume Meduna. La situazione resta di emergenza con le riserve che si stanno prosciugando.

TRENTINO ALTO ADIGE

La portata dell'Adige è più bassa del 24% rispetto alla media. Nel comune di Ronzo-Chienis, sospesa la fornitura di acqua alla popolazione tra le ore 23 e le 6.

EMILIA ROMAGNA

Caldo record con temperature più alte di 3 gradi e precipitazioni inferiori del 62% alla media. Acqua quasi del tutto assente nei terreni e agricoltura particolarmente in sofferenza. Primi stop per la produzione idroelettrica. Desta preoccupazione la risalita del cuneo salino, ora a 21 chilometri. Misure emergenziali per l'acquedotto di Ferrara.

TOSCANA

Le piogge scarse sono insufficienti a ricaricare le falde sotterranee che alimentano i pozzi, specie sulla costa. Ma non si registrano situazioni di grave crisi idrica.

MARCHE

Portata dei fiumi ai minimi storici per la carenza di precipitazioni -53% rispetto alla media degli ultimi dieci anni. Osservati speciali i fiumi Esino e Misa, Metauro e Chienti.

ABRUZZO

Primi problemi per l'agricoltura, con una riduzione di produzione delle coltivazioni in campo come il grano, di almeno il 15%, secondo Coldiretti.

MOLISE

In Molise la situazione è tranquilla. Il livello dell'acqua all'invaso della diga del Liscione (116 metri) è di un metro superiore a quello dello scorso anno. Qualche sofferenza si registra alle colture cerealicole sulla fascia costiera.

LAZIO

Zingaretti ha annunciato lo stato di calamità naturale. Servirà ad adottare misure di risparmio idrico anche a Roma. La situazione più grave è nel Viterbese. Soffrono Tevere e Lago di Bracciano: il fiume ha un calo di portata preoccupante, il lago è a -107 cm, considerato un livello critico.

UMBRIA

Calo di tre centimetri per il lago Trasimeno e di sei per il fiume Tevere in soli 4 giorni. Il Trasimeno ha perso un metro e 23 centimetri all'isola Polvese, mentre il livello del Tevere è di un metro e 12 centimetri (anzichè tra i 4,50 e i 5,70 metri).

CAMPANIA

I livelli dei fiumi calano ma gli invasi per ora non scendono sotto il livello di guardia: quello della diga di Piano della Rocca sul fiume Alento contiene il 64% della sua capacità.

BASILICATA

Per ora nessuna emergenza. Negli invasi lucani ci sono circa 408 milioni e 300 mila metri cubi di acqua.

PUGLIA

Scattata la fase di pre-allarme. Grazie alle piogge invernali negli invasi la situazione è simile o in alcuni casi migliore dell'estate scorsa. I timori riguardano il settore agricolo.

CALABRIA

I timori riguardano soprattutto l'olivicoltura. L'aumento delle temperature mette a repentaglio la produzione di fiori e frutti con una media del danno che si attesta al 10%, oltre il 60% sulla costa jonica.

SICILIA

Nelle 25 dighe su tutto il territorio l'acqua supera i livelli dell'anno scorso con volumi d'acqua pari a 572,85 milioni di metri a fronte dei 477,09 del 2021.Ma l'isola resta la regione italiana con maggior rischio di desertificazione, di valore medio-alto, pari al 70%.

SARDEGNA

Nonostante il calo delle precipitazioni con punte del -30% da metà dicembre a marzo, la siccità non fa paura: grazie ad un maggiore accumulo dovuto alle scorte, nelle dighe è presente l'80% dell'acqua invasabile.