Mercoledì 24 Aprile 2024

"Siamo ricchi d'acqua ma la buttiamo. Per la siccità pochi soldi nel Pnrr"

Erasmo De Angelis, segretario dell’autorità di bacino. "La situazione è rimasta agli anni Settanta"

La siccità nei campi

La siccità nei campi

Erasmo D’Angelis, segretario generale dell’Autorità di bacino dell’Italia centrale, nel suo ultimo libro 'Acque d’Italia' (2022, Giunti Editore), descrive con dovizia di numeri una situazione idrica "estremamente preoccupante. Da allarme rosso per tutto il settore agricolo, di massima allerta per l’idropotabile".

Partiamo dallo stato dei fiumi.

"Le portate dei fiumi – risponde D’Angelis – sono in calo dal 30% al 70%. Il Po è il caso più eclatante. In alcuni tratti somiglia a un rigagnolo, da circa un secolo non mostrava queste portate minime. Il Tevere oggi attraversa Roma con appena 100 metri cubi d’acqua al secondo; nella grande magra del 2017 scorreva a 270 metri cubi al secondo, la sua portata media è di mille metri cubi".

I laghi stanno meglio?

"Niente affatto. Il Lago Maggiore è riempito al 18%, l’Iseo al 37%, il lago di Como al 14%, Idro all’8%. Il Garda supera il 52%. I laghi dell’Italia centrale vanno da 50 centimetri a un metro e mezzo di profondità".

L’Italia si sta desertificando?

"Siamo diventati ciò che avevano previsto i climatologi, a partire da Giampiero Maracchi. Stiamo vivendo un periodo anche meno caldo rispetto a quello che saranno i prossimi 30 anni. Siamo imprigionati da gabbie di calore premature, l’anticiclone delle Azzorre, che ci regalava estati più miti, è sovrastato da cicloni africani. Per altri 15 giorni non pioverà, la conferma è arrivata dall’ulitma riunione con la Protezione Civile".

Come ridare acqua a un Paese disidratato?

"L’Italia deve decidere: le infrastrutture d’acqua devono avere la stessa importanza strategica di autostrade, ferrovie e vie digitali. C’è una sottovalutazione impressionante, l’acqua è un bene pubblico ma non rientra nei finanziamenti pubblici da oltre 30 anni. Sui 200 miliardi di investimenti del Pnrr all’acqua è desstinato tra l’1 e il 2% della torta".

Non è un paradosso per un Paese circondato dai mari?

"Ancora più beffardo se si pensa che siamo il Paese più ricco d’acqua d’Europa. Sull’Italia piovono 302 miliardi di metri cubi di acqua in media all’anno, più che in Gran Bretagna o in Francia. A Roma piovono 800 millimetri all’anno, a Londra 760 millimetri. Abbiamo 1.053 grandi falde montane, 7.494 corsi d’acqua con 1.242 fiumi a carattere torrentizio. Più 347 laghi e 526 dighe. Il problema è che stocchiamo meno acqua rispetto agli anni ’70. Cinquant’anni fa riuscivamo a immagazzinarne 9 miliardi di metri cubi in più".

Dobbiamo fare più dighe?

"Prima di tutto vanno ripulite quelle esistenti. L’interramento delle dighe non viene più fermato, per questo trattengono molta meno acqua. E poi va attuato il piano dei consorzi di bonifica, con mille piccoli invasi da realizzare, 400 dei quali già progettati. Sprechiamo troppa acqua, sui 600mila km di reti idriche le perdite sono al 42%. Per irrigare i campi e per gli usi industriali usiamo acqua potabile, mentre dovremo usare quella di depurazione. Non possiamo solo inseguire le emergenze, ma prepararci ai prossimi anni, che saranno più roventi di questo 2022".