Rimini, si uccide in azienda. La tragica fine dell’imprenditore

Claudio Fiori, titolare di una realtà specializzata in quadri elettrici, ha ingerito acido muriatico. Ha chiamato lui stesso il 118: i sanitari hanno fatto di tutto per salvarlo, il 60enne è poi morto all’ospedale

Claudio Fiori, 60 anni, titolare della Sce Elettronica

Claudio Fiori, 60 anni, titolare della Sce Elettronica

Rimini, 12 maggio 2022 - È rimasto solo, nella sede della sua azienda a Sant’Andrea in Casale, e ha bevuto acido muriatico da una bottiglia. Pochi istanti dopo, ha sollevato la cornetta e ha chiamato il 118. L’ambulanza è accorsa a sirene spiegate. Trasportato d’urgenza all’ospedale Infermi di Rimini, i medici hanno provato in ogni modo a salvargli la vita, ma lui si è spento nella notte tra martedì e mercoledì. Una fine tragica, quella di Claudio Fiori, 60 anni, imprenditore residente a Taverna di Monte Colombo e titolare della SCE Elettronica, azienda specializzata in quadri elettrici.

Un gesto estremo, a cui molti faticano ancora a trovare una spiegazione. Nell’ufficio di via Tavoleto, i carabinieri intervenuti per i rilievi non hanno ritrovato biglietti o altri elementi che potessero chiarire meglio le motivazioni di quella decisione. Chi conosceva Claudio lo descrive come un uomo onesto, un grande lavoratore, una persona che aveva messo anima e cuore nella propria azienda, affrontando anche tanti alti e bassi. Negli ultimi periodi, però, non sarebbero mancate le difficoltà.

Quella che un tempo era stata un’impresa solida capace di offrire lavoro a diverse persone, sarebbe stata messa a dura prova dalla crisi. La stessa crisi con cui hanno dovuto fare i conti tantissimi imprenditori in tutta Italia, schiacciati dagli effetti della congiuntura economica e della pandemia. A complicare le cose, dallo scorso aprile, sarebbero stati i rincari delle materie prime e dell’energia, tanto che l’azienda era stata costretta a ricorrere alla cassa integrazione. A inizio maggio Fiori aveva annunciato l’intenzione di voler cessare l’attività nel giro di qualche settimana. I lavoratori (in tutto una quindicina) avevano comunque continuato a ricevere lo stipendio.

Difficile dire quale sia stata la molla che lo ha spinto ad agire in quel modo. Il personale del 118 ha trovato nell’ufficio della SCE la bottiglietta contenente l’acido muriatico ingerito dal 60enne. È stato proprio lui, forse perché colto da un ripensamento, a chiamare l’ambulanza, che si è precipitata sul posto a sirene spiegate. Il personale sanitario ha fatto di tutto per salvarlo dalla morte, ma il miracolo purtroppo non è riuscito. Il 60enne si è spento nella notte all’ospedale Infermi, dove era stato ricoverato con il codice di massima gravità. "Era un brav’uomo, una persona dedita al lavoro e alla famiglia – lo ricorda il vice sindaco di Montescudo – Monte Colombo, Simone Tordi –. La morte di Claudio è una notizia terribile, arrivata come un fulmine a ciel sereno. Mi stringo al dolore della famiglia in un momento così tragico".