È il padre la figura chiave della morte di Mithila, la 15enne bengalese precipitata lunedì scorso dal balcone della sua cameretta, da almeno dieci metri di altezza, da una palazzina nel quartiere del Piano. Il genitore, musulmano, è indagato per istigazione al suicidio. Questa l’ipotesi di reato formulata dalla Procura dorica, un’accusa grave ma ancora tutta da dimostrare. Non erano ancora scattate le 18 quando la minorenne è volata dal terzo piano, riportando un trauma cranico gravissimo. Non si è più ripresa e dopo tre giorni di agonia giovedì sera è morta, nel reparto di Rianimazione dell’ospedale di Torrette. Perché togliersi la vita in età così giovane? Lunedì pomeriggio in casa c’erano quasi tutti i familiari in casa, c’era la madre della 15enne, la sorella maggiore e i due bambini piccoli. Non c’era il padre, andato a lavorare ai cantieri navali del porto dove fa l’operaio. Per compiere il gesto estremo, su cui non ci sarebbero più dubbi, ha atteso proprio che l’uomo mancasse da casa.
Per la magistratura c’entrerebbe proprio il rapporto con il padre dietro al suicidio, quello che l’avrebbe voluta riportare in Bangladesh per tre mesi, per fare una vacanza con la sua famiglia. Mithila non era d’accordo. Voleva restare in Italia, dove la sua famiglia vive ormai da anni, continuare ad andare a scuola, un istituto professionale della città. Aveva sogni e speranze, voleva diventare una stilista, disegnare vestiti. Amava la moda, amava i colori, meno il velo che spesso non metteva quando usciva di casa. Le indagini della polizia sono concentrate anche su una visita ginecologica che la 15enne doveva fare in ospedale martedì scorso, il giorno dopo che si è buttata dal balcone. Un residente, che passava con il monopattino, l’ha vista aggrappata alla ringhiera del balcone, poi si è lasciata cadere giù. Aveva ancora le ciabatte ai piedi. Non ha potuto fare nulla per salvarla se non emettere un urlo per farla desistere ma non è servito.
Era un normale controllo medico o qualcosa imposto dalla famiglia? Lei non sarebbe stata contenta di quella visita. È per quello che ha preferito buttarsi dal balcone? Su questi dubbi si sta concentrando la Procura dorica per mirare a chiarire se nella vita della 15enne ci fosse qualcosa all’oscuro degli stessi familiari o se invece la sua famiglia sapesse di qualcosa e cercasse conferma nella visita medica, come una gravidanza. Il pm Andrea Laurino ieri ha dato incarico al medico legale Marco Palpacelli di effettuare l’autopsia e il riscontro è finito nel tardo pomeriggio. Ha confermato la morte per i gravi traumi dovuti dalla caduta dal balcone ma sulla gravidanza o meno riferirà nelle prossime ore direttamente al pm. I vicini di casa sentivano spesso litigi. La ragazzina avrebbe avuto scontri proprio con il papà, sospetta la procura, proprio per il viaggio in Bangladesh che sarebbe stato in procinto di organizzare. Perché riportarla in patria? Si sospetta un matrimonio combinato benché il fratello, interpellato dal Carlino, lo abbia smentito. "Mia sorella era una ragazza libera – ha detto – e con nostro padre aveva un buon rapporto, erano amici. Non siamo una famiglia integralista, viviamo in Italia da molti anni ormai".