Mercoledì 24 Aprile 2024

Si torna in classe con la mascherina Vaccino obbligatorio, Draghi frena

Governo pronto a venire a patti con la Lega. Domani vertice decisivo tra Bianchi e le Regioni. Ma i presidi insistono sulla Dad: sarà inevitabile se i ragazzi non saranno in gran parte immunizzati

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di Antonella Coppari

L’obbligo vaccinale per la scuola traballa. Draghi è intenzionato a parlarne domani nel consiglio dei ministri assieme al nodo dei trasporti, anche se non è detto che una decisione finale venga presa. A sorpresa a Palazzo Chigi sarebbero cresciuti dubbi nelle ultime ore sull’opportunità di imporre l’immunizzazione del personale scolastico. La Salute insiste, soprattutto perché i dati sembrano indicare che il maggior numero di contagi parte proprio dagli insegnanti. Fosse per lui, il presidente del consiglio sarebbe dello stesso parere, ma deve tenere conto di altri dati, Prima di tutto, la stragrande maggioranza di docenti, personale amministrativo e bidelli è già vaccinata: l’85,5%. All’appello manca una percentuale residuale – 222mila persone su tutto il territorio – che si assottiglierà nelle prossime settimane anche senza bisogno di ricorrere all’obbligo. In secondo luogo. anche se al governo nessuno lo ammetterebbe apertamente, esiste una certa preoccupazione per le manifestazioni alle quali non partecipano solo le frange minoritarie più pittoresche ma anche molte persone comuni. Poi c’è la Lega. Ieri Salvini è stato tassativo: "Sono sono contro le multe, le costrizioni, i divieti: i professori devono pensare alla loro salute e mettersi in sicurezza volontariamente e liberamente".

A Palazzo Chigi non considerano del tutto infondate le sue argomentazioni, condivise peraltro dai grillini: "Parlare di obbligo non ha senso in questo momento", avvertono. È comunque chiaro che dopo la sberla ricevuta sul Green pass il leader leghista deve ottenere qualche soddisfazione. Tanto più se la riforma della giustizia verrà corretta per andare incontro a M5s. Argomenti che vanno nella direzione di sconsigliare l’obbligo. Si vedrà domani. C’è da aggiungere che, in realtà, nell’elenco dei problemi della scuola in vista della riapertura che tutti vogliono in presenza, la percentuale di docenti non ancora vaccinati non è in cima alla lista. Ci sono invece il piano scuola e il protocollo sicurezza per il rientro nelle aule che il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, presenterà domani alle regioni. Le linee generali sono quelle indicate dal Cts, dall’utilizzo delle mascherine – anche quelle trasparenti ove necessario per favorire una più agevole comunicazione – al distanziamento. I sindacati chiedono però chiarezza, insoddisfatti dall’incontro in due tempi avuto ieri al Ministero. "Bisogna capire se le regole saranno quelle dello scorso anno", riassume umori comuni Maddalena Gissi della Cisl. In un quadro, peraltro, che non vede confermato l’organico Covid (70mila persone), essenziale secondo le parti sociali e una fetta di maggioranza per avere classi meno affollate per riaprire in sicurezza. Poi c’è il nodo dei trasporti che non fa direttamente parte del capitolo scuola, ma è uno snodo centrale: proprio questo ostacolo è stato una delle ragioni principali che hanno portato al fallimento della didattica in presenza nel corso della seconda ondata.

Infine il tema forse più delicato: l’eventualità di estendere il Green pass anche agli studenti. Per ora non se ne discute nemmeno: "Ma non scherziamo", ripete Salvini. I presidi però lo chiedono. "Il rientro in presenza dipende dalla vaccinazioni del personale ma anche dei ragazzi – dichiara il presidente dell’Anp, Antonello Giannelli. Che rilancia: "L’alternativa a questo deve essere chiara a tutti è la Dad". Alla salute sono netti: "Non se ne parla". E tuttavia per il governo è fondamentale che si immunizzi il maggior numero di studenti. Di qui l’appello del ministro Bianchi: "Vacciniamoci tutto". Un appello rivolta al personale scolastico, certamente, ma forse soprattutto ai ragazzi tra i 12 e i 19 anni.