Giovedì 18 Aprile 2024

Si torna al voto, il test (nazionale) dei ballottaggi

Cinque milioni di italiani alle urne oggi e domani per il secondo turno. In gioco 65 città, le partite decisive a Roma e Torino

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Urne aperte per i ballottaggi in 65 comuni. Tra questi ci sono Roma, Torino e Trieste insieme ad altri 7 capoluoghi. Cinque milioni gli italiani chiamati al voto in una tornata che ha valenza nazionale. Sì, perché è un’occasione per misurare la forza dei partiti ed è soprattutto un test sulle alleanze. In mancanza di apparentamenti, soprattutto a Roma e Torino il centrosinistra può misurare il peso degli elettori grillini disposti a sostenere i candidati del Pd. Mentre per il centrodestra si tratta di un "sondaggio" sui rapporti di forza interna, anche alla luce del fatto che a Torino corre Paolo Damilano, considerato vicino al ministro leghista Giorgetti, mentre nella capitale a sfidare Roberto Gualtieri (Pd) è Enrico Michetti, indicato da Fd’I.

Ora: fosse una gara sportiva, i bookmaker la darebbero 5 a 1. Ma se si verificasse l’imponderabile, lo sconquasso sarebbe senza precedenti, sconvolgerebbe l’intero quadro politico, i rapporti di forza nella maggioranza e nelle singole coalizioni. Si parla naturalmente del voto di Roma.

Lo sfidante dell’ex ministro dell’Economia ha fatto ben poco per rafforzare le proprie posizioni e la contingenza, cioè l’ondata antifascista, che spingerà probabilmente verso le urne molti indecisi di sinistra gli è favorevole. Se a sorpresa dovesse riuscire vincitore, la vittoria del Pd si trasformerebbe in cocente sconfitta, il trionfo di Giorgia Meloni nella coalizione di centrodestra sarebbe indiscutibile. Anche a Torino, l’altra città di enorme importanza in ballo oggi, lo scossone è prevedibile, ma di portata limitata. La sorpresa, c’è già stata, al primo turno con il vantaggio del candidato del centrosinistra Lorusso sul favorito Damilano.

Se il ballottaggio capovolgesse i rapporti di forza, la vittoria del Pd – salvo sorprese a Roma – sarebbe comunque netta e per la destra si tratterebbe a questo punto solo di un premio di consolazione. Se però la partita si concluderà con un cappotto, cioè con tutte le città più importanti in mano alla sinistra, la coalizione di centrodestra si troverà di fronte un bivio: cambiare radicalmente, abbandonando l a conflittualità interna, o mettere molto seriamente a rischio il risultato delle prossime elezioni politiche. Una vittoria a Trieste del candidato di centrodestra, Dipiazza, servirebbe solo a indorare la pillola

Ma nel voto di oggi non verranno studiati e analizzati solo il dato vistoso dell’esito degli scontri diretti. Si "peserà" il risultato. Per dire: se a Roma Michetti viene sconfitto di misura, Giorgia Meloni sarebbe comunque in grado di reggere l’urto di Salvini. Anche perché il leader della Lega dovrà a propria volta spiegare il candidato da lui scelto a Milano, surclassato dal sindaco Sala. Se lo scarto invece sarà più massiccio, il discorso sarà molto diverso. Sin qui, c’è da dire che questa tornata elettorale registra per quanto riguarda Fd’I un successo sul piano dei consensi ma evidenzia anche un limite politico enorme. In questa settimana è apparsa in piena luce il fortissimo rischio per la Meloni di finire in un ghetto privo di prospettive future.

L’equilibrio tra questi due elementi, entrambi veri e contraddittori dipenderà in larga misura proprio dall’esito del voto a Roma. Letta ha molti motivi di soddisfazione non tutti però: resta infatti in sospeso un punto interrogativo fondamentale. se a Roma e Torino gli elettori non seguiranno le indicazioni di Conte l’intero progetto di alleanza Pd-M5s andrà se non abbandonato almeno ripensato radicalmente. Il sogno di un nuovo Ulivo si rivelerà infatti un miraggio.

red. pol.