Stava volando a 900 metri sopra l’Amazzonia verso una miniera illegale nel profondo della riserva di Maicuru, in Brasile, quando l’unico motore del piccolo aereo a elica che pilotava si è spento. E Antonio Sena, 36 anni, è precipitato al suolo. La sua storia è degna di una sceneggiatura cinematografica: sopravvissuto allo schianto del suo Cessna 210L, che poteva essergli fatale è scampato anche all’incendio del velivolo perché l’aereo, dal carico altamente infiammabile (stava portando gasolio ai minatori) è bruciato un attimo dopo che lui si è allontanato dal mezzo. Per 36 giorni il pilota ha vagato nella foresta amazzonica più selvaggia, in una zona fra gli Stati di Parà e Amapà, in condizioni estreme e in balìa di animali non propriamente da compagnia, come giaguari, anaconda e insetti velenosi. È sopravvissuto mangiando uova di uccello e bevendo da qualsiasi ruscello riuscisse, imitando anche le scimmie che cercavano di distruggergli i rifugi di fortuna per la notte. Alla fine è stato trovato da un gruppo di cercatori di noci (che tra l’altro non si addentravano nella foresta da circa tre anni).
ArchivioSi schianta con l’aereo in Amazzonia Pilota salvo dopo 36 giorni di cammino