
Primo giorno di scuola, primo giorno con il divieto della abaya, l’abito lungo che copre tutto il corpo delle musulmane. Sono state 298 le adolescenti che hanno sfidato il bando decretato dal governo francese e 67 di loro non hanno ceduto all’intimazione di rinunciarci, preferendo tornare a casa. È una piccolissima minoranza dei 12 milioni di studenti rientrati ieri in classe ma la Francia, le sue banlieue e le sue minoranze sono a nervi scoperti e lo scontro rischia di infiammarsi. Quello legale, in Consiglio di Stato, è cominciato ieri, con l’esame del ricorso contro il divieto del governo da parte di un’associazione musulmana che lo accusa di "discriminazione" razziale e sessista. Il ministro dell’Educazione nazionale Gabriel Attal ha spiegato che i casi delle 67 ragazzine che non si sono cambiate d’abito "sono stati registrati soprattutto attorno alle grandi città". Alle famiglie delle studentesse è stata consegnata una lettera che Attal "ha firmato personalmente" e che "spiega le cose".