Si moltiplicano gli interventi e le misure spot

di Raffaele

Marmo

Le risorse della finanza pubblica sono scarse. E non da oggi. In compenso, e questo purtroppo anche oggi, si moltiplicano, in una sorta di lottizzazione della legge di Bilancio, misure-slogan e interventi-spot ai quali appendere questo o quel fondo, questo o quel rivolo di denaro. E così che abbiamo avuto la lunga stagione dei mini-bonus per tutto (dai mono-pattini allo psicologo). Ma è altrettanto per la stessa impostazione o quasi, che oggi rischiamo di avere lo "stralcio" dell’Iva del 4 per cento su pane e latte, la proroga degli incentivi per i decoder e via di seguito. Fino al pacchetto welfare per le bollette, apparentemente di 3 mila euro, ma destinato a ristrette platee di lavoratori e affidato alla gestione più o meno unilaterale delle aziende. E lo stesso discorso potrebbe valere per le mille altre operazioni più o meno simboliche che troveremo sicuramente nella manovra di imminente approvazione.

Di fronte all’emergenza dell’inflazione e del conseguente drastico calo del potere d’acquisto dei salari e dei redditi di lavoratori, pensionati e famiglie, servirebbe, invece, una radicale concentrazione delle (poche) risorse disponibili su due tre interventi-chiave destinati a far recuperare il potere d’acquisto perduto e, per questa via, a far rilanciare la domanda interna e i consumi e, dunque, la crescita. In questa direzione va certamente il pacchetto per contrastare il caro-energia, ma siamo pur sempre dentro la logica dei ristori e dei risarcimenti contingenti, ex post, mentre sarebbe utile non solo un taglio robusto (e non di un punto in più) del cuneo fiscale. Ma anche e soprattutto una vera detassazione degli incrementi retributivi derivanti dai rinnovi contrattuali: due soluzioni che avrebbero l’effetto di far entrare soldi veri e stabili nelle tasche dei lavoratori e di contrastare la maledizione italiana della differenza enorme tra lordo e netto.