"Si lavora sempre". Spot del parmigiano, è bufera

Le parole del casaro Renatino: felice di non staccare mai. L’attore Stefano Fresi si difende: "Il mio mestiere è recitare, è solo una pubblicità"

L’attore che nello spot impersona il casaro Renatino, devoto al latte e al suo duro lavoro

L’attore che nello spot impersona il casaro Renatino, devoto al latte e al suo duro lavoro

E chi se l’aspettava una potenza così virale? Al giorno d’oggi non è facile colpire nel segno con uno spot, ma il Consorzio Parmigiano Reggiano c’è riuscito. Peccato che la velocità con cui l’hashtag #parmigianoreggiano è divetato ieri trend topic su twitter sia stata alimentata da una gaffe di comunicazione nello spot pubblicitario del prodotto caseario emiliano più famoso del mondo, firmato dal regista Paolo Genovese. Sul web si scatena il finimondo dopo che il giornalista, scrittore e assessore alla cultura del Municipio 3 di Roma, Christian Raimo, attacca il Consorzio e lo spot tratto dal mediometraggio "Los Amigos". Nel mirino l’episodio in cui si racconta la preparazione del Parmigiano Reggiano attraverso il lavoratore (immaginario) Renatino, che lavora 365 giorni all’anno da quando ne ha 18 e dichiara di essere felice di fare questo e null’altro.

Nel clip della discordia di questo piccolo film uscito ormai tre mesi fa e quindi ben stagionato, c’è il gruppo di protagonisti "belli, giovani, multiculturali, curiosi e aperti al mondo, che guarda il lavoro di un operaio del Consorzio Parmigiano Reggiano". Nel mentre, l’attore-testimonial Stefano Fresi spiega che nel Parmigiano Reggiano c’è solo latte, caglio e sale, e poi aggiunge, parlando dell’operaio di una quarantina d’anni: "L’unico additivo è Renatino, che lavora qui da quando aveva 18 anni, tutti i giorni, 365 giorni l’anno". Quando Raimo critica la pubblicità che a suo giudizio esalta lo sfruttamento dei lavoratori, sul web esplode una pioggia di commenti, battute sarcastiche e gag parodistiche per raccontare la vita dello stakanovista Renatino che non ha mai visto il mare.

Il Consorzio replica a Raimo spiegando che lo spot "ha un linguaggio cinematografico che ammette licenze per rafforzare messaggi e comunicazioni". Travolto dalle offese, anche Fresi dice la sua su Instagram: "È una pubblicità, è un’opera di finzione, quindi serve allo sceneggiatore per magnficare il prodotto. Si può dire che è brutta si può dire che è bella, ma non farne una lotta di classe politica". Arriva poi la dichiarazione del segretario Fai Cisl Onofrio Rota: "Non entriamo nel merito della campagna pubblicitaria, ma certamente vanno evitati messaggi ambigui che alludono allo sfruttamento. Come Fai-Cisl siamo sempre intervenuti nei casi di anomalie. É un settore che produce ricchezza e lavoro, non merita polemiche inutili".