Martedì 23 Aprile 2024

Si faceva così anche nei caldi anni Settanta

Ettore Maria

Colombo

è stata una trattativa tra un’autorità non statuale (Bonucci e Chiellini a nome della Figc) e lo Stato italiano per permettere al pullman scoperto che ospitava gli Azzurri di percorrere il centro della Capitale per un’ora di follia? Sì, c’è stata.

È stato un crimine? Un atto irresponsabile? Pensiamo di no. Anzi, pensiamo che Bonucci – che ha condotto in prima persona la trattativa con il Viminale – abbia fatto bene. Ora, però, qui bisogna intendersi. La trattativa è stata, certo, assai irrituale.

Per il prefetto di Roma, Matteo Piantedosi "i patti non sono stati rispettati". Replica puntuta di Bonucci: "È davvero semplicistico e molto italiano scaricare le colpe". Replica inappuntabile. Da centravanti di sfondamento più che da difensore centrale.

Facciamo il gioco del se: se il permesso di festeggiamento – e, ammettiamolo, di aumento dei contagi – non ci fosse stato, è facile prevedere che ci sarebbero stati tumulti, risse, violenze, cariche della polizia contro i tifosi, forse feriti, forse peggio.

La festa degli Azzurri sarebbe stata rovinata per sempre. E Draghi e Mattarella, che li avevano ricevuti in pompa magna, sarebbero stati travolti dalle polemiche. Del resto, per chi si ricorda degli anni Settanta, solo quando la Polizia e il Viminale sapevano tenere e contenere le piazze e le manifestazioni di protesta di giovani e lavoratori, estremisti di sinistra come di destra, le cose filavano lisce. Quando non ci riuscivano, o non si voleva farlo, ci scappava il morto. Avremmo insanguinato una festa. Bonucci, in fondo, ci ha salvato anche stavolta.