Shopping fuori Confesso che ho peccato

Alessandro

Milan

Per diversi politici e non solo molti italiani sono imputabili di un nuovo reato: shopping selvaggio. Confesso, sono tra questi. Avevo bisogno di fare alcune compere e domenica mi sono avventurato in centro. Apriti cielo: uno spettacolo irresponsabile, inaccettabile, perfino immondo. Roba che ieri mattina, guardandomi allo specchio, stavo per sputarmi in faccia. Poi mi sono trattenuto e ho iniziato a ragionare: in fondo ho rispettato le regole, peraltro mutevoli a ogni cader di foglia, fissate dalle stesse persone che ora mi accusano. Sono stato a casa quando era obbligatorio e sono uscito quando me l’hanno consentito. Sempre con la mia bella mascherina, mantenendo la distanza fisica e detergendo le mani che ormai sono due pezzi di carta vetrata. Di quale colpa mi sarei macchiato? Ho anche usato il buon senso, sbandierato dai moralisti ovviamente sempre puntando il dito verso l’interlocutore e mai verso se stessi: sono uscito la domenica mattina e ho evitato negozi con le code. Facendo così, ho pure sostenuto il commercio al dettaglio visto che quello online, per molti di coloro che ora mi insultano, è immorale. Risultato: ho evitato di sputare sullo specchio. Ho anche pensato che gli stessi che ora incolpano i cittadini non parlavano di spettacoli immondi quando eravamo ammassati sui treni, in metropolitana, sugli autobus. Forse perché avrebbero dovuto prendersela tra di loro, ministri contro assessori regionali, governatori contro sindaci. E si sa, cane non mangia cane.