Terno d’Isola (Bergamo) – È il 17 agosto quando, per la prima volta (almeno sui media) spunta l’uomo in bicicletta contromano in via Castegnate tra gli elementi sospetti dell’indagine sul delitto di Sharon Verzeni. Il misterioso ciclista è una delle tante persone che riprese dalla cinquantina di telecamere, private e pubbliche, presenti nella zona.
Le immagini delle telecamere
Tra le migliaia di immagini su cui hanno lavorato i carabinieri del Ros–crimini violenti, arrivati in appoggio ai colleghi del Nucleo operativo di Bergamo e a quelli della Compagnia di Zogno, coordinati dal pm Marchisio, spunta proprio quell’uomo in bicicletta, in contromano, all’ora del delitto. Che ci faceva lì? Era un possibile testimone? Qualcosa di più di questo?
Il super testimone
La sua fuga sarebbe stata vista dal super testimone Antonio Laveneziana, il 76enne di origini pugliesi e con diversi guai con la giustizia alle spalle, che la sera dell’omicidio nella notte tra il 29 e il 30 luglio scorsi, era affacciato al balcone della sua casa proprio in via Castegnate. Avrebbe proprio assistito alla fuga dell’uomo in bicicletta ma ha mentito davanti ai pm, non raccontando tutto quello che potrebbe aver visto, e per questo è stato indagato per falsa testimonianza. In uno dei video della videosorveglianza, l'anziano sembra muovere la testa come per seguire il percorso dell’ignoto uomo in bicicletta.
Gli appelli e le indagini
Nonostante gli appelli delle forze dell’ordine e il clamore provocato dal caso, “l’uomo in bicicletta” non si è mai presentato a rendere la sua testimonianza e questo ha rafforzato l’ipotesi che potesse essere qualcosa di più di un semplice testimone. Le indagini si sono concentrate su di lui, sulla necessità di identificarlo. E tre giorni fa il cerchio si è stretto: gli inquirenti lo hanno identificato, arrivando a nome e cognome grazie a un lavoro certosino, incrociando le testimonianze dei residenti con i dati raccolti grazie all’analisi dei filmati delle telecamere installate nella zona, dagli abiti al modello di bicicletta. Il cerchio si è stretto e ora è arrivato il fermo.
Chi è
Si tratta di Moussa Sangare, italiano, nato a Milano da genitori maliani. È stato rintracciato dai carabinieri e fermato in un'abitazione a Suisio, nella Bergamasca. Secondo gli investigatori, l'uomo avrebbe ucciso Sharon senza un apparente motivo: l'omicidio non sarebbe infatti legato né a un tentativo di aggressione sessuale, né a presunti versamenti della vittima a Scientology, né a una rapina o questioni di droga. Il 31enne ha altri precedenti per aggressione, non legati a questioni di criminalità o spaccio.