Mercoledì 24 Aprile 2024

Sgozzata in casa, caccia al killer e al mandante

La procura segue la pista del delitto su commissione. Utilizzata una copia delle chiavi per entrare: tracce di sangue già al primo piano

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di Andrea Colombari

L’assassino è passato dal garage, forse grazie a una copia delle chiavi. E poi si è arrampicato furtivo su per le scale con un obbiettivo scavato negli occhi da chissà quanti giorni: raggiungere la donna in camera da letto per spegnerle la vita su mandato di un’altra persona. Ed è in quella stanza che ha iniziato a menare colpi. Lei è scappata giù per le scale: un tentativo inutile e disperato, presto naufragato all’interno del vano uso cucina al primo di tre livelli del suo appartamento di via Corbara a Faenza, nel Ravennate. Un delitto su commissione insomma: nelle ultime ore ha imboccato un sentiero preciso la ricerca della soluzione del giallo sulla morte di Ilenia Fabbri, la 46enne trovata sgozzata poco prima dell’alba di sabato dalla polizia intervenuta al suo appartamento per quello che inizialmente si credeva potesse essere un tentativo di furto.

Sono diversi gli elementi che puntellano questa nuova chiave di lettura, a partire dalle tracce di sangue e capelli isolate dalla Scientifica tra la camera e, via via, giù per le scale. Non solo: la figlia Arianna ha ricordato di avere lasciato la madre in camera e di avere chiuso bene a chiave le porte uscendo di casa alle 5.59 per andare assieme al padre Claudio, ex marito della defunta, a prendere un’auto a Milano. E invece la Volante al suo arrivo alle 6.20 ha trovato quella del garage aperta.

Da quella parte non esiste campanello, né è emerso che qualcuno abbia bussato, come riferito dall’amica della figlia, pure lei di nome Arianna, che quella notte era rimasta a dormire là dentro e che ha dato l’allarme alle 6.06. L’unico campanello è quello della porta principale: là dove alle 6.10 la scampanellata di un vicino preoccupato per le urla, non ha sortito reazioni. Che dire poi dell’assenza di segni di effrazione sia su porte che su finestre. Ma soprattutto c’è un elemento che spinge verso la possibile presenza di un sicario prezzolato sulla scena del crimine: non sono state finora isolate impronte, sia dentro che fuori l’abitazione, nonostante la donna si trovasse in una pozza di sangue. E ciò potrebbe costituire dimostrazione della premeditata oculatezza di un killer: di un individuo cioè entrato per uccidere con le opportune precauzioni.

Su questo fronte, dalla relazione conclusiva dell’autopsia, disposta domenica dal Pm Angela Scorza, si attendono tante risposte. A mancare però è ancora un possibile movente: il Procuratore capo Daniele Barberini, ha già escluso la cosiddetta pista passionale dato che la relazione con l’ex marito si era chiusa nel 2018 e quella con il nuovo compagno Stefano andava molto bene tanto che i due avrebbero voluto sposarsi. Inoltre la donna non aveva relazioni clandestine. Si valutano cioè altre ipotesi anche sulla base delle testimonianze di amici, colleghi di lavoro, vicini, familiari e avvocati civilisti che avevano seguito i due per contenziosi successivi alla separazione. Anzi, uno era ancora in piedi: si tratta di una causa di lavoro che la donna aveva promosso contro l’ex marito per reclamare mancati compensi a suo avviso relativi al suo impiego nell’attività di famiglia: la prossima udienza era stata fissata per il 26 febbraio. Valore della causa: 100 mila euro.