Giovedì 25 Aprile 2024

Sgozzata in casa, c’è un buco di 15 minuti

Alle 5,45 la figlia e l’ex marito hanno lasciato la casa, alle 6 l’allarme dato dall’amica di famiglia che era rimasta a dormire nell’abitazione

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di Andrea Colombari

Tracce di una persona fuori dalla cerchia familiare che possa essere entrata nell’appartamento e avere ucciso la donna in una quindicina di minuti e nulla più. Ecco a che cosa gli inquirenti danno la caccia per risolvere il giallo della morte di Ilenia Fabbri, la 46enne trovata sgozzata poco prima dell’alba di sabato in un vano cucina della sua abitazione alle porte del centro di Faenza, nel Ravennate.

Gli interrogatori dei quattro principali testimoni, andati avanti fino alle 2 di notte e ripresi ieri mattina, non hanno per ora restituito svolte clamorose. Si tratta della figlia Arianna, dell’amica di questa, presente nell’abitazione al momento del delitto, dell’ex marito Claudio e del nuovo compagno Stefano. Tutti sono stati sentiti come persone informate sui fatti.

Del resto i tempi molto stretti, già da subito hanno praticamente escluso che qualcuno di loro potesse essere l’autore materiale del delitto. Padre e figlia sono partiti per Milano alle 5.45 circa, la 46enne è morta a cavallo delle 6, la polizia è arrivata all’abitazione in pochi minuti e il nuovo compagno è stato rintracciato in mattinata.

Un omicidio cruento come quello della 46enne, ha del resto lasciato tracce anche sull’assassino. L’autopsia, eseguita ieri, ha confermato che il profondo taglio sul collo, è quello che ha ucciso la donna. Tecnicamente si è trattato di uno scannamento con recisione di vene e arteria. Il pm titolare del fascicolo Angela Scorza ha chiesto che la relazione finale contenga anche riferimenti alla eventuale presenza di altri segni di aggressione oltre una analisi di compatibilità tra il taglio al collo e il coltello da pane, ripulito in un lavello, sequestrato dagli inquirenti sulla scena del crimine all’inizio del primo sopralluogo. La polizia Scientifica è tornata pure ieri alla palazzina: con l’obiettivo di isolare eventuali tracce biologiche riconducibili appunto a una quinta persona.

Gli investigatori della squadra Mobile stanno intanto vagliando le dichiarazioni rese dai quattro principali testimoni oltre al loro rapporto con la vittima. È finora emerso che nel 2017 la donna, nel contesto di una separazione resa difficile da questioni patrimoniali, aveva denunciato il marito per maltrattamenti perlopiù psicologici: fascicolo poi archiviato.