Sabato 20 Aprile 2024

"Sgozzata in 10 minuti". Sangue e niente impronte

Vertice in procura: esclusa la pista passionale, nessun segno di effrazione. La figlia: porta chiusa a chiave, come è entrato il killer?

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FAENZA (Ravenna)

Nessuna impronta di scarpa sebbene la scena del crimine si presentasse segnata dal sangue. Anche sulle finestre, tutte chiuse, non sono risultati segni di effrazione, così come già accertato per le porte esterne. Ma il garage, all’arrivo della prima Volante, era aperto. Resta ancora un giallo la morte di Ilenia Fabbri, la 46enne trovata sgozzata poco prima dell’alba di sabato in un vano uso cucina della sua abitazione a Faenza, nel Ravennate.

Un autentico rompicapo tanto che quando ancora si pensava all’intrusione di un ladro, Arianna, figlia della vittima, ha usato queste parole per manifestare tutto il suo stupore: "Quando sono uscita di casa, ho chiuso la porta a chiave, come ha fatto a entrare?". Ieri si è tenuto un vertice in Procura per tracciare un primo bilancio delle indagini. Il procuratore, Daniele Barberini, ha precisato che è stato escluso "categoricamente il movente passionale", ma che "tutte le altre piste rimangono in piedi". Dalle verifiche della squadra Mobile, coordinate dal Pm Angela Scorza, è emerso che la donna non aveva relazioni clandestine. Inoltre con il nuovo compagno Stefano, le cose andavano bene, i due volevano sposarsi. Mentre con l’ex marito Claudio, la relazione si era chiusa nel 2018.

Sul fronte rilievi, l’assenza di impronte avvalora l’ipotesi di un assassino che ha agito da dietro con un fendente alla gola dopo avere tenuto ferma la vittima.

A questo punto si può inoltre parlare di aggressione solo conclusa nel vano cucina visto che anche ai piani superiori dell’appartamento, sono state isolate altre tracce di sangue. Ma in questo delitto, più che gli spazi, a contare sono i tempi. Sì, perché – come spiegato dal Procuratore – siamo di fronte a un omicidio nel quale "trenta secondi in più o in meno fanno la differenza nella ricostruzione della dinamica". Tabulati alla mano, si va da un limite inferiore di 7 a uno superiore di 12 minuti. Un ragionamento aritmetico che parte dal momento in cui la figlia esce dall’abitazione per raggiungere il padre Claudio il quale la sta aspettando in strada per partire alla volta di una concessionaria di Milano. Il messaggio del padre per sollecitarla, è delle 5.57. La figlia, che è già pronta, riferirà poi che in quel momento la madre è in camera. Tra le 5.57 e le 5.59 è nell’auto con il padre. Alle 6.06, quando i due sono già in autostrada, le arriva la chiamata dell’amica che le dice di essersi barricata in stanza dopo avere sentito grida e trambusto. Allo stesso minuto la figlia chiama in Commissariato. Le pare strano che qualcuno si sia infilato dentro, lei aveva chiuso tutto per bene. E quando la pattuglia è già in viaggio (sono le 6.08), giunge un’altra chiamata alla polizia: sono i vicini di casa spaventati dalle urla. La pattuglia arriva in una manciata di minuti: ma in quel momento tutto è già stato compiuto.

Andrea Colombari