Giovedì 18 Aprile 2024

Sgarbi rilancia: Muti alla Scala Ma Milano dice no all’autarchia

Non si placa l’irritazione per le frasi del sottosegretario alla Cultura contro il direttore del teatro. I risultati premiano il francese Meyer: gli incassi della Prima superano quelli pre-Covid. Record di 44 milioni

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di Massimiliano Mingoia

e Nicola Palma

L’ultimo affondo è contro il sovrintendente "straniero" della Scala, Dominique Meyer, nel giorno del successo della Prima di Boris Godunov con Mattarella, von der Leyen e Meloni in Palco reale: "Vorrei che almeno due istituzioni italiane, la Scala e gli Uffizi, avessero un direttore italiano. Da troppi anni il sovrintendente della Scala è uno straniero. Perché non il sindaco straniero, allora?". Ma non è la prima volta che il “ciclone’’ Vittorio Sgarbi – che ieri ha rilanciato con "Rivoglio Muti al Piermarini" –si abbatte su Milano dopo le Politiche, stavolta in nome dell’autarchia che tira in ballo anche il tedesco Eike Schmidt, direttore degli Uffizi di Firenze.

La sortita del sottosegretario alla Cultura arriva proprio nel momento in cui la macchina scaligera ha ripreso a viaggiare a livelli pre-Covid, dopo le difficoltà generate dalla pandemia: il numero di spettatori del 2022 ha superato quello del 2019; sono tornati gli stranieri (30% del totale); gli over 55 rappresentano solo il 30% del pubblico; la raccolta fondi da sponsor ha registrato il record di 44 milioni; e il bilancio farà segnare un pareggio. Il contratto del 67enne Meyer scadrà nel 2025, ma martedì ha spiegato a Qn che gli piacerebbe restare per altri 5 anni, fino al 2030: "Sono felice qui".

Il sindaco Giuseppe Sala, presidente della Fondazione, si è già espresso per il "sì", rendendo merito al manager alsaziano della gestione del teatro nel drammatico 2020. Qualche settimana fa, è rispuntato il nome dell’ad della Rai Carlo Fuortes, che nel 2019 fu in corsa fino all’ultimo con Meyer per la poltrona di via Filodrammatici (in passato si era fatto anche il nome di Fortunato Ortombina, oggi alla Fenice di Venezia). Tuttavia, il candidato "italiano" troverebbe la forte opposizione dei sindacati, che già ai tempi in cui si era parlato del suo possibile arrivo avevano preannunciato scioperi. In ogni caso, la partita si potrebbe giocare già nel 2023. E l’impressione è che Meyer parta in vantaggio contro qualsiasi sfidante. "In un mondo globalizzato e aperto, non ha senso parlare di italiano o straniero – taglia corto Paolo Puglisi, capo della delegazione Slc-Cgil al Piermarini –. A noi interessano solo la competenza e il bene del teatro".

Sgarbi, intanto, continua la sua crociata contro Milano. All’inizio di novembre ha criticato il Comune per la collocazione della Pietà Rondanini di Michelangelo nell’ex Ospedale spagnolo all’interno del Castello Sforzesco ("rimetterò la Pietà nella Scala degli Scarlioni") e per il via libera al progetto di Milan e Inter di realizzare un nuovo stadio e di demolire San Siro ("il Meazza non si tocca"). Sala è sempre più irritato per le esternazioni di Sgarbi e, rivolto anche alla premier Giorgia Meloni, ha affermato: "Io non so se Sgarbi parla a titolo personale o no. Non mi risulta che abbia ancora una delega". Ma il sottosegrario non si placa, anzi ieri ha rilanciato chiedendo a Meyer di riportare Riccardo Muti a Milano. L’italiano Muti.