Mercoledì 24 Aprile 2024

Gessica Notaro, l'ex si contraddice: "Non ho tirato io l'acido"

Rimini, 40 minuti d’interrogatorio poi il silenzio. Resta in carcere Gessica dal letto di ospedale: ci vedo, non mollo

Edson Tavares e Gessica Notaro

Edson Tavares e Gessica Notaro

Rimibni, 14 gennaio 2017 - EDSON Tavares, detto Eddy, per 40 minuti parla davanti al giudice per le indagini preliminari, Vinicio Cantarini durante l’interrogatorio di garanzia. «Non sono stato io a sfigurare con l’acido la mia ex, non avrei mai potuto fare del male a Gessica». Ci prova, in tutti i modi, in quei quaranta minuti, il capoverdiano, fisico prestante dall’alto del suo metro e 93 ed occhi penetranti, accusato di aver sfigurato con l’acido l’ex Miss Romagna, Gessica Notaro, sua fidanzata fino al maggio scorso, a convincere il pubblico ministero Marino Cerioni e il giudice Cantarini della sua innocenza, ma non ce la fa: il suo racconto fa acqua da tutte le parti. Ma troppi gli indizi in mano agli inquirenti, troppe le incongruenze nel suo alibi.  «SONO USCITO da casa mia a Rimini alle 20, 30 e sono salito in auto. Ho girato per la città, sono andato in centro, sul lungomare. Ho guidato per le strade riminesi fino a mezzanotte. Poi ho raggiunto degli amici a Cattolica e lì ho trascorso l’altra parte della serata e della notte», racconta. Per tre ore e mezzo, dunque, Eddy, a suo dire, avrebbe vagato, sempre alla guida dell’auto, per Rimini. «Ha visto qualcuno, è stato in qualche locale?», gli chiedono. E lui candidamente dice: «Non ho visto nessuno e non sono entrato in nessun locale. Ho girato in auto come faccio spesso, di sera». Ma a far crollare il castello del suo racconto è proprio Gessica, a distanza, con le sue parole marchiate a fuoco nel verbale degli inquirenti: «L’ho visto, è stato il mio ex Edson Tavares a tirarmi l’acido in faccia». È il giudice Cantarini a leggergli la frase. Lui, Eddy abbassa la testa, dice: «No, no, non è possibile». Risponde ancora a qualche domanda, ma in modo sempre più vago, passano diversi minuti da quell’uppercut. Ma quella frase «È stato lui, è stato Eddy», gli rimbomba nella testa e nell’anima e il capoverdiano ha un crollo psicologico. Troppo lo stress, troppa la tensione e lui si chiude nel silenzio. «Non voglio più parlare, basta». In quei quaranta minuti Eddy ci aveva provato a dipingere come «amichevoli e cordiali» i rapporti con la sua ex. «Ci siamo anche visti in un bar a metà dicembre, abbiamo parlato, mi cercava anche lei». Non una parola di astio, non un velo di gelosia. «Ho saputo che stava con un altro, mi è dispiaciuto perché non me l’aveva detto lei. Ma che male c’è. Anch’io ho un’altra fidanzata», aveva svicolato.  CI AVEVA provato a togliersi la maschera di mostro, di ex abbandonato che sfregia con l’acido la donna che non poteva più possedere. Una condizione, quella di abbandonato, che lui aveva vissuto a Capo Verde, sulla sua pelle, fin dalla più tenera età. A Gessica aveva raccontato di essere stato lasciato dalla madre quando aveva un solo un mese di vita e di essere stato affidato per 14 anni ad una famiglia che l’aveva però maltrattato. Poi l’amore con una giovane di Milano, conosciuta quando Eddy faceva la guida turistica nel suo paese, la nascita di un figlio e il trasferimento in Italia. Ma neanche quella storia era durata, così come non era durata la relazione con Gessica. Certi uomini non conoscono la parola ‘amare’, sanno possedere e poi distruggere. E ora Eddy potrà riflettere, dietro le sbarre del carcere. Gessica, intanto, continua la sua lotta al «Bufalini» per recuperare la vista anche dall’occhio sinistro: «Mi hanno salvato il cappellino e gli occhiali».