Piano Seveso, consegnati tutti i progetti per le vasche di laminazione. Manca soltanto l’ok del Governo

Già avviata la valutazione d’impatto ambientale. Cantieri a maggio-giugno di Nicola Palma

Giuseppe Manni, presidente del Parco Nord

Giuseppe Manni, presidente del Parco Nord

Senago, 31 dicembre 2014 - Tutto va avanti come da programma. Ed è una notizia se si parla del Seveso. Nei giorni scorsi, i tecnici dell’Agenzia interregionale per il fiume Po hanno consegnato i progetti definitivi delle vasche di laminazione da realizzare tra Lentate, Paderno e Varedo; rispettato, quindi, l’impegno di ultimarli entro fine 2014. I piani d’intervento vanno così ad aggiungersi a quello depositato a Palazzo Lombardia ad agosto per il bacino di Senago, che nel frattempo sta proseguendo il suo iter (30 milioni di euro stanziati per due terzi dal Comune e per uno dalla Regione): avviata la Valutazione d’impatto ambientale (Via), gli esperti dell’Aipo contano di chiudere la procedura a febbraio per poi iniziare i lavori tra maggio e giugno del 2015.

Per quanto riguarda gli altri tre invasi, ora serve solo l’ok del Governo ai fondi promessi a più riprese nei mesi scorsi, vale a dire quegli 86,7 milioni di euro che dovrebbero arrivare in parte dal decreto Sblocca Italia (56,7 milioni come area metropolitana a rischio alluvione) in parte da un Accordo di programma tra Regione e Ministero dell’Ambiente (30 milioni): quando l’esecutivo avrà dato l’ultimo via libera al finanziamento, potrà partire l’iter (con possibilità di modifiche in corso d’opera) che dovrebbe portare all’apertura dei cantieri tra un anno.  A quel punto, resterà da sciogliere solamente il nodo della vasca da costruire all’interno del Parco Nord (costo stimato di 30 milioni): oggi esiste un progetto preliminare messo su carta da Metropolitana Milanese, ma il Consiglio di Gestione dell’ente pubblico ha espresso più di una perplessità; il dialogo andrà avanti nelle prossime settimane, sperando di trovare una soluzione che vada bene a tutti. Del resto, come sottolinea sempre il capo struttura di Palazzo Chigi Erasmo D’Angelis, il problema Seveso va risolto: «Presentare ad altri Paesi una situazione del genere in una regione avanzata come la Lombardia e in una città come Milano è imbarazzante – ha ammonito il capo della missione Italia sicura in Commissione a Palazzo Marino lo scorso 25 novembre –. Bisognava superare questa situazione da tanto tempo e adesso siamo finalmente in grado di farlo».

Ecco come: cinque bacini di contenimento (Lentate, Milano, Paderno Dugnano, Senago e Varedo) e tre aree di esondazione controllata tra Carimate, Cantù e Vermenate con Minoprio (1,5 milioni), senza dimenticare il potenziamento del canale scolmatore di Nord Ovest (23,4 milioni). Resta imprescindibile anche la depurazione del torrente maledetto, che solo nel 2014 ha allagato Niguarda e dintorni per 9 volte: in una dozzina di Comuni dell’hinterland verrà rifatta la rete fognaria, utilizzando 95 milioni da tariffa idrica, per ripulire le acque di uno dei fiumi più inquinati del continente ed evitare così la maxi sanzione minacciata dall’Unione Europea. nicola.palma@ilgiorno.net