Seul cede alle pressioni E scarcera mister Samsung

Migration

Il vicepresidente di Samsung Electronics Lee Jay-yong sarà scarcerato venerdì dopo che il ministero della Giustizia sudcoreano ha accordato la libertà vigilata, segnando un capovolgimento per il panorama politico e imprenditoriale di Seul in vista delle elezioni presidenziali di inizio 2022.

Lee, l’erede del colosso che da solo vale il 20% dell’export sudcoreano e una quota simile del Pil nazionale Lee, il 188esimo uomo più ricco al mondo nella classifica di Forbes, con un patrimonio stimato in 12,4 miliardi di dollari, è finito in carcere una seconda volta a gennaio, scontando la pena a 2 anni e mezzo di prigione decisa dall’Alta Corte di Seul, in un nuovo processo disposto sul caso di corruzione che spazzò via l’ex presidente Park Geun-hye. La mossa è maturata nel mezzo della carenza globale di microchip, di cui

Samsung è tra i leader mondiali, con una decisione presa dall’apposito comitato ministeriale sui requisiti dei detenuti sul beneficio della libertà vigilata, tra cui l’aver scontato il 60% della pena.

Il ministro della Giustizia Park Beom-kye ha annunciato che la scarcerazione avverrà in vista della Giornata della Liberazione del 15 agosto, dedicata alla fine dell’occupazione coloniale nipponica, momento dell’anno in cui tradizionalmente viene concessa la libertà condizionale o la grazia presidenziale ad alcuni detenuti. Sarà uno degli 810 che verranno rilasciati alle 10 del mattino di venerdì.

Sono stati valutati il sentimento pubblico e quello di Lee ("l’atteggiamento tenuto durante la detenzione"), e l’impatto della pandemia del Covid-19 sulle economie nazionali e globali, ha affermato Park. L’ipotesi di scarcerazione è stata oggetto di accesi dibattiti.

All’inizio del mese, un gran numero di gruppi civici ha rilasciato una nota congiunta contraria al piano, affermando che una tale azione sarebbe stata contraria alla spinta anticorruzione del presidente Moon Jae-in. Lee avrebbe poi potuto influenzare, una volta liberato, i processi in corso sulla controversa fusione di due affiliate

Samsung, che lo vedono direttamente coinvolto, e le vicende sul suo presunto uso illegale di un farmaco anestetico. Un sondaggio di luglio ha mostrato che una maggioranza di oltre il 70% di un migliaio di intervistati ha dichiarato di essere favorevole alla libertà vigilata di Lee, leader de facto di Samsung.

La sua famiglia, l’intero gruppo e la Camera di commercio e industria coreana hanno chiesto con insistenza "la libertà vigilata o il perdono presidenziale" per aiutarlo a concentrarsi sulla gestione della più grande conglomerata del Paese. Un appello che non ha lasciato il governo indifferente.

red. est.