Mercoledì 24 Aprile 2024

Sette giorni per lasciare l’inferno Assedio in aeroporto, morti e feriti

Dopo il 31 agosto stop ai decolli. Di notte, la Nova Onlus fa evacuare 150 civili ’guidandoli’ via WhatsApp

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di Alessandro Farruggia

All’aeroporto di Kabul è ormai corsa contro il tempo. Teoricamente le evacuazioni dovrebbero cessare il 31 agosto, ma un rinvio di una settimana è nelle cose. "La situazione rimane molto difficile e imprevedibile attorno all’aeroporto – ha commentato l’ambasciatore Stefano Pontecorvo, rappresentante civile Nato in Afghanistan –, ma il coordinamento continua per assicurare evacuazioni sicure. Oggi (ieri per chi legge, ndr) Il flusso di partenze è stato costante". Il problema è l’accesso allo scalo, letteralmente circondato da circa 10mila persone in disperata ricerca di una uscita dal paese, e su tutto incombe il rischio di attacchi terroristici dell’Isis Khorasan (IS-KP), che ieri il consigliere per la Sicurezza Nazionale Jacke Sullivan ha definito "reale e acuto".

Secondo fonti Nato, per colpa del caos che circonda le vie d’accesso allo scalo ci sarebbero state nelle ultime 48 ore una decina di vittime della calca – in larga parte donne e bambini – e in totale una ventina dalla presa talebana di Kabul. Decine e decine i feriti, calpestati dalla folla o colpiti dalla ricaduta dei proiettili che i talebani sparano in aria per disperdere la calca.

L’Italia sta facendo tutto ciò che è in suo potere. Il ponte aereo – l’operazione Aquila Omnia organizzata dal ministero della Difesa – ha portato da Kabul a Fiumicino 1.701 afghani in fuga dai talebani (tra loro 454 donne e 546 bambini), e altri 800 sono in attesa di imbarco. Ieri ne sono stati evacuati 367 da Kabul.

Eccellente il lavoro della Ong Nove Onlus che, con la Farnesina e i carabinieri del Tuscania, ha messo in salvo donne e bambini con una rocambolesca marcia notturna verso i gate, guidata via WhatsApp.

"Dopo tre giorni di tentativi – racconta Nove Onlus – circa 150 civili nelle liste di persone ad alto rischio sono riusciti a raggiungere l’aeroporto durante la notte. Rischiosissimo attraversare la città col coprifuoco, ma l’impresa più ardua è riuscire varcare i cancelli superando incolumi la massa umana".

Nove Onlus, ieri notte, ha guidato i civili verso l’aeroporto. Due coordinatori afghani espatriati, in contatto costante con i gruppi su WhatsApp, hanno radunato tutti alle 4 di notte (ora di Kabul) ai punti prestabiliti, per poi farli avanzare verso i gate.

"Degli osservatori posizionati lungo il percorso segnalavano blocchi e pericoli. Tutte le donne – prosegue Nove Onlus – erano vestite di nero con un nastro rosso per facilitarne il riconoscimento. Ci sono volute alcune ore prima che il gruppo riuscisse a raggiungere i cancelli. Dopo le otto, ora italiana, le prime 20, grazie all’aiuto dei Carabinieri del Tuscania, erano entrate sane e salve. Fra loro Amina, la ragazza in burqa che ha continuato a inviarci appelli pubblici in questi giorni". È stata lei, insieme ai Carabinieri del Tuscania a tornare fuori per rintracciare le altre donne disperse. E la missione si è conclusa con successo".