Sesso e gender non sono temi da elementari

Carlo

Giovanardi *

La scuola primaria (le vecchie elementari) è frequentata da bambini che vanno dai 6 agli 11 anni: secondo il sondaggio riportato da QN, il 71,6 per cento dei genitori, il 69,2 per cento degli studenti e il 57,6 per cento dei docenti, è contrario a trattare il tema dell’educazione sessuale davanti a bambini di quell’età.

Non stiamo parlando di elementi di conoscenza della fisiologia umana e di come nascono i bambini, già ricompresi nei programmi scolastici, ma del tentativo di trattare davanti a classi di pre adolescenti, che hanno diversi gradi di maturazione, temi come la masturbazione, l’orgasmo, i contraccettivi, l’omosessualità, che cosa significhi essere trans, gender fluid, gender less ecc.

Proprio la settimana scorsa assieme a Jacopo Coghe, portavoce dell’associazione Pro Vita e famiglia, ho consegnato una petizione nelle mani della dirigente scolastica della provincia di Modena, firmata da 35 mila cittadini di tutta Italia che hanno contestato l’iniziativa di una scuola primaria di Marano sul Panaro, analoga purtroppo a quelle che si tentano di introdurre surrettiziamente in tante parti d’Italia. In quella scuola, infatti, i genitori si sono divisi sulla opportunità di trattare davanti a tutti argomenti così delicati come quelli cui si è sopra accennato.

Se un bambino esprime dubbi sulla sua identità sessuale è più che giusto che psicologi, insegnanti e genitori rispondano con tatto e discrezione ai suoi interrogativi.

Ma è profondamente sbagliato estendere ad una intera classe considerazioni ed argomenti che dovrebbero invece trovare spazio alle superiori.

Bisogna insomma evitare da un lato l’indottrinamento dei bambini e dall’altro rendere trasparenti e corretti i programmi su cui le famiglie sono davvero in grado di dare un consenso informato.

* Ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, con delega alle politiche familiari