Martedì 23 Aprile 2024

Sequestrate e rapinate dai banditi

Massenzatico, racconto choc di madre e figlia: «Sono spuntati dal buio»

Appena liberate, le due donne hanno chiamato la polizia che ha avviato le indagini

Appena liberate, le due donne hanno chiamato la polizia che ha avviato le indagini

Massenzatico (Reggio Emilia), 5 dicembre 2014 - Sequestrate in casa e rapinate, in balia di una banda di malviventi: tre uomini che tendono un agguato davanti alla loro casa e tengono in scacco una donna e l’anziana madre. «Abbiamo vissuto attimi di puro terrore», racconta la figlia. Quest’ultima, mercoledì alle 19.30, torna a casa dal lavoro: imbocca con l’auto la stradina che porta nella sua abitazione, una casa colonica che si trova in una posizione piuttosto isolata a Massenzatico. Ma quando arriva davanti al podere e scende dall’auto, trova la banda ad attenderla: dal buio fuoriescono tre uomini, tutti incappucciati.

Nel frattempo la madre, che era in casa, accorgendosi che la figlia era rientrata, per agevolarne l’ingresso apre il portone esterno che dà accesso al portico. Ma pure lei, una volta affacciata alla soglia del portone, si trova davanti i tre malviventi.  Sono momenti di grande paura: «I tre uomini si sono avventati contro di noi con modi irruenti», racconta la figlia, S.S., una donna di mezz’età. Il trio intima loro: «Se farete le brave non vi succederà nulla». Parlano un italiano stentato: potrebbero essere stranieri. La banda le immobilizza: i malviventi afferrano per un braccio la figlia e spingono lei e la madre, A.R., dentro la casa. 

Poi sequestrano S.S. in cucina: «Uno di loro mi ha sfilato la sciarpa dal collo e mi ha legato le mani». Nel frattempo cercano di fare altrettanto con la madre: «Hanno trovato uno scialle in casa: probabilmente si apprestavano a immobilizzare nello stesso modo pure lei». Dopo aver bloccato le donne, la banda voleva perquisire la casa in cerca di soldi e valori. Atterrite, madre e figlia cominciano a urlare disperatamente.

Qualcuno si accorge di loro: le grida, infatti, richiamano l’attenzione del cugino, M. R., che si trovava nel cortile di un’altra abitazione distante in linea d’aria cinquanta metri. Allarmato, l’uomo - che aveva visto rientrare S.S. in auto - corre fino al vicino podere per capire cosa stesse succedendo. E quanto arriva nel cortile, si trova faccia a faccia con un membro della banda. Quest’ultimo, sorpreso, lo aggredisce.  Il parente cerca di difendersi: ne nasce una colluttazione. Nel corpo a corpo, il bandito non esita a sferrargli un pugno sul volto e, intanto, avvisa gli altri che qualcosa sta andando storto. I due uomini escono subito dalla casa. Esce anche S.S., che vede uno dei tre armeggiare accanto alla sua borsetta, lasciata sull’auto, e poi la porta via.

Le due donne chiamano la polizia: gli agenti accorrono e avviano le ricerche, ma i tre, complice il buio, si dissolvono nella campagna. «Probabilmente - aggiunge la figlia - volevano svuotare la casa, perché abbiamo trovato segni di effrazione, fatti nella stessa giornata, anche in alcuni portoni di locali attigui alla nostra abitazione». La polizia scientifica ha fatto un sopralluogo ieri pomeriggio alla ricerca di tracce. Le due donne e il parente accorso a salvarle non hanno riportato ferite: «Ma la paura - conclude la figlia - è stata enorme».