Sabato 19 Luglio 2025
REDAZIONE CRONACA

Seppellì neonati in casa. Perizia psichiatrica per la giovane mamma

Chiara Petrolini, 21 anni, è ai domiciliari. Ieri la prima udienza. Accolta la richiesta della difesa: processo aggiornato a settembre.

Chiara Petrolini, 21 anni, prima dell’udienza in Corte d’Assise a Parma

Chiara Petrolini, 21 anni, prima dell’udienza in Corte d’Assise a Parma

Alla fine di tutta questa storia a rimanere inevaso è il dilemma principale: perché Chiara Petrolini ha partorito e sepolto i suo due bambini? La domanda è stata posta ieri in udienza davanti alla corte d’assise di Parma proprio dall’avvocato difensore della ragazza parmigiana di 21 anni, Nicola Tria. La strategia è chiara: il legale ha chiesto subito, come previsto, la perizia psichiatrica per la sua assistita. E i giudici, dopo una breve camera di consiglio, hanno condiviso la necessità, accogliendo la richiesta. L’incarico per l’accertamento sarà conferito dopo l’estate, il 15 settembre, dunque processo aggiornato a quella data.

I periti dovranno dire se l’imputata era capace di intendere e di volere all’epoca dei fatti ed esprimersi sulla sua pericolosità sociale. Saranno affiancati dai consulenti di accusa, difesa, che fin qui hanno raggiunto conclusioni opposte, e parti civili. La ragazza ha assistito in silenzio alla lettura dell’ordinanza, poi ha driblato giornalisti e fotografi ed è stata accompagnata dai carabinieri nella casa di Traversetolo, dove tutto è successo e dove si trova agli arresti domiciliari. In aula c’erano anche i suoi genitori, che all’ingresso hanno trovato ad accoglierli alcuni amici che li hanno abbracciati, come gesto di vicinanza, e alcuni amici di Chiara.

A pochi metri di distanza dall’imputata è rimasto seduto l’ex fidanzato, Samuel Granelli. I due non si sono mai guardati. "Stiamo cercando di evitare un contatto, per lui è molto impattante", ha detto al termine dell’udienza l’avvocato Monica Moschioni, difensore di Granelli. Al ragazzo, coetaneo di Petrolini "interessa sapere chi è Chiara, ma soprattutto perché lo ha fatto: è la sua necessità. Ha bisogno di raggiungere la verità sui fatti", ha aggiunto l’avvocato. Questo perché la Chiara che Samuel conosceva era tutta un’altra persona, e non si può ancora spiegare quello che è accaduto. "Nessuno si era accorto di nulla, non c’erano condizioni per sospettare della gravidanza", ha sottolineato la legale, evidenziando una delle questioni chiave dell’inchiesta: la giovane, hanno accertato le indagini, ha fatto tutto da sola, per due volte, senza che nessuno intorno a lei si rendesse conto che era incinta, prima, e che avesse partorito, poi. Né il fidanzato con cui ha dormito, anche la notte successiva al secondo parto, né i genitori, suoi conviventi. Un dato certo, ha detto l’avvocato Tria, sempre parlando coi giornalisti a margine dell’udienza, è che è che nessuno si è accorto di nulla: "Non c’erano segni visibili della gravidanza". In ogni caso, ha ribadito, "quello che è accaduto può trovare spiegazione solo se andiamo a indagare nella mente di Chiara perché se usiamo gli strumenti della logica e della razionalità la spiegazione non la troviamo". In aula la Procura di Parma, con la pm Francesca Arienti, pur non opponendosi alla perizia e dicendo di comprendere i motivi per cui è stata chiesta, aveva suggerito ai giudici di disporla, ma dopo aver sentito almeno una parte dei testimoni. "Non c’è nulla nella storia di Chiara Petrolini che possa anche solo insinuare il dubbio di una patologia psichiatrica", ha detto, sottolineando che ascoltando le persone chiamate a testimoniare si ricostruirà una "vita da ragazza modello".