Mercoledì 24 Aprile 2024

Senatori Usa a Taiwan, la Cina manda i jet

Il governo di Taipei: "Sei aerei hanno violato il nostro spazio aereo". La mossa di Pechino in risposta ai "segnali sbagliati" di Washington

ROMA

Nuova incursione di aerei cinesi (quattro caccia da superiorità aerea J-16 e 2 cacciabombardieri J-11) nello spazio aereo di Taiwan. Negli ultimi 4 giorni le incursioni cinesi sono state 12. Stavolta Pechino si è irritata per la visita di una delegazione bipartisan di sei senatori statunitensi (guidata dal democratico Robert Menendez e dal repubblicano Lindsey Graham) sull’isola ora indipendente ma che Pechino ritiene essere "parte inalienabile" della madrepatria. Pechino è molto irritata anche per l’affondo del senatore americano Lindsey Graham, un falco tra i repubblicani nelle politiche contro il Dragone, che da Taiwan ha sostenuto che, "vista la posizione ambigua" finora seguita da Pechino a favore del Cremlino, "inizieremo a far pagare alla Cina un prezzo maggiore per ciò che stanno facendo in tutto il mondo. Il sostegno al presidente Vladimir Putin deve avere un prezzo".

La Cina ha per tutta risposta annunciato l’altroieri l’avvio di esercitazioni militari definite dal ministero della Difesa cinese "una azione necessaria sulla base dell’attuale situazione di sicurezza e una risposta al segnale gravemente sbagliato mandato dagli americani su Taiwan". Il 14 marzo la Cina aveva effettuato una incursione con 13 aerei (5J16, 7 J10 e 1 J8), il 28 febbraio con 7 e il 23 gennaio con ben 39 aerei: 30 caccia e cacciabombardieri, 8 aerei da guerra elettronica e 1 bombardiere. La megaincursione del 23 gennaio superò di un aereo quella del primo ottobre 2021 (39 aerei) anche se nei quattro giorni attorno al primo ottobre (festa della Repubblica popolare cinese) dello scorso anno l’attività volativa degli aerei di Pechino sullo stretto di Taiwan toccò il suo picco con 139 violazioni dello spazio aereo.

"Le azioni dell’esercito cinese sono una contromisura alle recenti azioni negative degli Usa, compresa la visita della delegazione del Congresso", ha assicurato il portavoce del ministero degli Esteri Zhao Lijian, esprimendo la "ferma opposizione" di Pechino a ogni scambio ufficiale tra Taiwan e Usa". "Esiste una sola Cina al mondo e Taiwan è parte inalienabile del suo territorio", ha aggiunto Zhao, tornato più volte sull’argomento durante il briefing quotidiano anche per spiegare che "la questione è un’eredità della guerra civile cinese. La Cina deve essere riunificata ed è destinata a essere riunificata. La Cina persegue una riunificazione pacifica con Taiwan, con la più grande sincerità, ma si riserva di prendere tutte le misure necessarie per raggiungere l’obiettivo".

La Cina ha accusato gli Usa di voler provocare uno scontro, dopo le dichiarazioni del direttore della Cia William Burns, secondo cui Pechino intende rimpiazzare gli Stati Uniti come "potenza preminente" nell’Indo-Pacifico ed è un "partner silente" della Russia nell’invasione dell’Ucraina. "Gli Stati Uniti hanno diffamato la Cina e provocato lo scontro per sfruttare le opportunità", ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri Zhao Lijian, invitando ancora una volta Washington a "riflettere sulle responsabilità nella crisi in Ucraina".

Alessandro Farruggia