Mercoledì 24 Aprile 2024

Semplificare fa bene al Paese

Bruno

Vespa

Secondo Carlo Calenda, la fotografia del Pd di Elly Schlein è sovrapponibile a quella del M5s di Giuseppe Conte. Entrambi offrono lo stesso prodotto su due bancarelle affiancate. Al momento, il brand Schlein risulta più attraente e secondo i sondaggi ha sottratto a Conte un quarto della clientela. Abbiamo un anno di tempo, fino alle elezioni europee, per verificare la solidità del sorpasso. Finora Schlein e Conte stanno muovendosi all’unisono in una opposizione generalizzata e senza sconti al governo. Ignorando la vecchia massima di Luigi Einaudi: una buona opposizione deve vedersi approvato almeno un emendamento, altrimenti il suo lavoro non serve a niente.

Una strada cautamente collaborativa la sta percorrendo Calenda, dicendosi bendisposto nei confronti della riforma del codice degli appalti. Gli eccessivi passaggi di mano e la sovrapposizione infinita dei controlli ha portato per decenni la sostanziale paralisi di opere pubbliche e private. La riforma semplifica molto, dando amplissimo margine all’iniziativa diretta dei sindaci. Poiché le nuove norme si adeguano a quanto già avviene in Europa, non dovrebbero esserci obiezioni. Ma da noi ogni semplificazione fa gridare alla corruzione. E qui invece ha ragione Salvini a sostenere il contrario: la corruzione in genere è frutto degli ostacoli. Se vuoi che te ne tolga uno, pagami il disturbo. Al contrario, più la strada è limpida e veloce, meno occasioni ci sono per chi vuole approfittare. Ma naturalmente la corruzione non cesserà d’incanto. Ma qui arriviamo al nodo ideologico.

A Roma il sindaco Virginia Raggi ha rinunciato alle Olimpiadi del 2026 (andate un minuto dopo a Parigi) per paura appunto della corruzione. È come se uno restasse chiuso in casa tutta la vita per paura di essere investito. Corrotti e corruttori vanno arrestati. Ma un Paese che non cresce da trent’anni ha bisogno di una scossa.