Guerra in Ucraina, la verità nel segreto di Fatima

Il messaggio trasmesso dalla Madonna ai pastorelli nel 1917 anticiperebbe il conflitto in corso. Il Papa e la consacrazione del 25 marzo

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Città del Vaticano, 16 marzo 2022 - C’è un sottile filo rosso che lega l’Ucraina al Portogallo. Un mistero che unisce l’ex repubblica sovietica, in questi giorni precipitata nel terrore dopo l’invasione russa, a uno dei capisaldi del culto mariano: il segreto di Fatima.  Si tratta del messaggio recapitato dalla Madonna a tre pastorelli, Lucia dos Santos e i cuginetti Francisco e Jacinta,  che nel lontano 1917, l’anno della rivoluzione bolscevica, furono testimoni di sei apparizioni della Vergine. Fatti sovrannaturali di cui la Chiesa cattolica ha riconosciuto l’autenticità in tempi recordi, solo tredici anni più tardi durante il pontificato di Pio XI. 

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Il segreto mariano è stato svelato  ai bambini  il 13 maggio 1917, suddiviso in tre parti. A dispetto del luogo comune, non siamo davanti ad altrettante, autonome confidenze, ma ad un solo segreto reso pubblico dai vertici ecclesiali in momenti successivi sulla base delle memorie di uno dei pastorelli, Lucia, divenuta da poi monaca carmelitana. Scomparve nel 2005, mentre i cuginetti, invece, morirono a poca distanza di tempo dalle apparizioni. La prima parte del messaggio si ricapitola in una grande, tragica  visione dell’inferno, la terza, disvelata da Giovanni Paolo II solo durante il Giubileo del 2000, annuncia le sofferenze della Chiesa e del Papa al limitare del ’900. Lo stesso Wojtyla ha visto nel cosiddetto ’terzo segreto’ di Fatima – su cui insistono illazioni riguardanti una parte del contenuto che sarebbe ancora sub secreto, nonostante Lucia in persona abbia negato ogni congettura – la premonizione dell’attentato che subì in piazza San Pietro, il 13 maggio 1981.

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Ma, tornando alle vicende dei giorni nostri, è la seconda parte del messaggio che interessa la Russia, ai tempi delle apparizioni passata tragicamente dal regime zarista a quello comunista. Di che cosa si tratta lo scrive suor Lucia nelle sue memorie, vergate nel 1941 nel Carmelo di Coimbra. La religiosa mette in guardia la Chiesa e il mondo dal rischio di un nuovo conflitto mondiale, scaturente da Est e ben più devastante di quello che si stava consumando ai tempi della stesura del testo. Queste le parole che la religiosa attribuisce direttamente alla Madonna che apparve a lei e ai cuginetti: “Per impedire tutto questo, sono venuta a chiedere la consacrazione della Russia al mio Cuore Immacolato  e la comunione riparatrice nei primi sabati. Se ascolterete le mie richieste, la Russia si convertirà e avrete pace, diversamente diffonderà i suoi errori nel mondo promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa; i buoni saranno martirizzati, il Santo Padre dovrà soffire molto, diverse nazioni saranno annientate“.

Siamo davanti al presagio della Terza guerra mondiale che sta spaventando il mondo intero all’indomani dell’invasione dell’Ucraina perpetrata da Mosca? Difficile dare una risposta univoca e certa, anche e solo perché il messaggio attribuito a Maria fa riferimento a una Russia, atea e comunista che oggi, caduto il muro di Berlino, non esiste più. Putin guarda semmai all'imperialismo zarista e i suoi rapporti con il patriarcato ortodossa di Mosca sono ottimi. Ma le bandiere rosse, che sventolano in cima alle torrette di alcuni carri armati T-80 impiegati dalle divisioni del Cremlino fanno balenare alla mente apocalittiche suggestioni. Anche papa Francesco non deve esserne immune, se è vero che ha deciso di consacrare al Cuore immacolato di Maria la Russia e l’Ucraina, il 25 marzo prossimo. 

Prima di lui nel 1952 Pio XII consacrò i popoli russi alla Vergine, dodici anni più tardi toccò a Paolo VI ripetere l’atto. Da ultimo fu la volta, era il 1984, di Giovanni Paolo II, con la consacrazione di tutto il mondo al Cuore immacolato. Da allora la paura della Terza guerra mondiale è rimasta, ma sempre e solo sulla carta. Chissà, forse non a caso.

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