Giovedì 18 Aprile 2024

Segreti e social Il paradosso degli 007 inglesi

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Roberto

Giardina

Che ne avrebbe detto il mio amico Mischa, cioè Markus Wolf, l’invincibile mitico capo del controspionaggio della scomparsa DDR? Amico, ma non troppo, come si conviene a uno Spion che si rispetti, a cui si ispirò John Le Carrè per il suo Karla, il cattivo dei suoi libri. I servizi segreti di Sua Maestà la regina Elisabetta arrivano sul social, su Instagram. Anche per rompere gli stereotipi maschilisti, si giustificano. Sinceramente, non capisco. Le migliori spie non sono sempre state le signore, da Mata Hari in poi? I servizi segreti dovrebbero essere segreti o, almeno, discreti. Di Markus a lungo si ignorò quale volto avesse. Uomo nell’ombra. Anzi, fino al 1974 qualcuno dubitava che fosse un personaggio immaginario, che non esistesse, inventato da Berlino Est per confondere il nemico. Poi un paparazzo lo sorprese a Stoccolma, in trasferta per amore di una bionda.

Su Instagram invece ora arriva l’MI5 (Military Intelligence), il servizio per il controllo interno, quello che dovrebbe proteggere The Queen, e la sua scombiccherata famiglia. Come dire la Stasi, la Gestapo rossa, non il controspionaggio di Wolf e James Bond, seri professionisti. I britannici imitano la Cia, che ha già 3,5 milioni di follower. Ken McCallum, il capo del MI5, invita a seguire il suo account (@mi5official). Un’operazione simpatia, ne ha bisogno. Sono favorevole o contrario? Non lo dico, come mi consiglierebbe Mischa. Con le spie, meglio non parlare troppo.