Se tramonta Conte tocca agli europeisti Gentiloni o Draghi. Ma attenti a mister X

Ecco le ipotesi in campo. Nel caso di un incarico diverso dall’attuale premier il faro resta la condivisione dei valori Ue. Mandato pieno o limitato? Niente è escluso: nel 2018 il presidente Mattarella tirò fuori a sorpresa il nome di Cottarelli

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Chi verrà incaricato di formare un nuovo governo, dal capo dello Stato, Sergio Mattarella, una volta che l’attuale presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, avrà fallito nel suo incarico, se lo avrà, o verrà scartato, dalle indicazioni della gran parte dei gruppi parlamentari?

Il presidente della Camera Roberto Fico o la presidente del Senato, Maria Alberti Casellati, potrebbe essere investiti di un incarico che, in gergo quirinalizio, è detto ‘esplorativo’. Il mandato ‘esplorativo’, però, a differenza di un incarico ‘pieno’ è un incarico dimezzato, depotenziato, quindi assai debole. Proprio come il ‘pre-incarico’, altra formula di rito. Potrebbe essere affidato a un leader centrista, stimato da tutti, come Pier Ferdinando Casini, per formare quella che da molti viene definita ‘maggioranza Ursula’ oppure a un esponente del Pd (Franceschini, Guerini, Gualtieri) per formare un governo sulla base della ‘vecchia’ maggioranza. Il precedente classico di pre-incarico è quello affidato da Napolitano a Pier Luigi Bersani, che aveva ‘non vinto’ le elezioni 2013.

Se nascesse un governo di larghe intese, affidato a una personalità come Mario Draghi, è scontato che l’incarico non potrebbe che essere ’pieno’. Sennò, uno come Draghi, meglio non scomodarlo. In ogni caso è certo che l’orientamento del Colle sarà di coinvolgere una personalità che sposi una linea pienamente europeista. In quest’ottica oltre a Draghi inizia a circolare il nome di Paolo Gentiloni, attuale commissario all’Economia.