Martedì 23 Aprile 2024

Se telefonando nessuno ascolta o ti richiama

Giorgio

Comaschi

h ciao, posso chiamarti fra un attimo che finisco una cosa?". Oppure: "Che piacere, ma aspetta un attimo, ti richiamo fra un minuto, un minuto veramente eh?". Mai più sentiti. Niente. E questa è la grande tendenza di questa epoca. Si telefona, la persona con cui desideravi parlare risponde, ti dice che ti richiamerà, ma non succede. Capita a tutti, senza distinzioni, dal fabbro al falegname, dal dirigente al manager, dall’amico o al parente. Nessuno viene richiamato e tutti, in Italia ma anche nel mondo, stanno aspettando, in questo momento, di essere richiamati. Può essere che vengano richiamati più tardi, o in serata, o forse il giorno dopo ("Scusami, ieri mi è passato il momento, ho avuto un casino e non ti ho richiamato, dimmi…"). Oppure anche no. La statistica dice che tutti hanno avuto un casino, quindi moltiplicato per gli abitanti del pianeta, pensate quanti casini fa. Succede a tutte le età. Sarà questione di dimenticanza? Sarà che tutti più o meno hanno qualcosa di tremendo e urgentissimo da fare ("guarda, son distrutto, non ho un minuto, non so se ne esco…")? Sarà la distrazione generale? O il non ascolto del prossimo che è un classico di oggi? Chissà. Fatto sta che ognuno è sparato nel vuoto delle cose, in uno stand-by inesorabile, in un galleggiamento del nulla di una chiamata che non arriva. O forse, altra ipotesi: a nessuno gliene frega niente di nessuno e che se ti dicono: "Posso chiamarti fra un minuto, ma proprio un minuto?", dopo quel minuto si sono già dimenticati della tua esistenza. Puoi aspirare a essere ricordato per 15-20 secondi al massimo. Un minuto è già troppo. Sei già nel limbo. Bisognerebbe fare così: quando ti richiamano il giorno dopo (o se li incontri un mese dopo) dire che purtroppo volevi affidargli un lavoro da 1000 euro, ma visto che non richiamavi, hai chiamato un altro. Il problema è che al novanta per cento la reazione sarà: "Mi dispiace…ma scusa un attimo…ti richiamo fra cinque che mi racconti…".