Martedì 16 Aprile 2024

"Se passa Frattini salta tutto" I grillini si spaccano (di nuovo)

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di Ettore Maria Colombo

Quando, a sera, si scopre che il leader della Lega sta ‘lavorando’ sull’ipotesi di portare l’ex ministro degli Esteri, Franco Frattini, al Colle (e, poi, anche che lancia l’ambasciatore Massolo), il M5s, tanto per cambiare, si spacca. L’ala di Conte sembra propendere per una soluzione che – fanno sapere subito dal Pd – "farebbe esplodere, tutti insieme, il governo, la maggioranza e l’alleanza di centrosinistra". L’ala vicina a Luigi Di Maio, invece, si mette le mani nei capelli.

Pronti a ogni soluzione, ove il disegno di Salvini (e di Conte…) prendesse corpo e cioè quella della scissione all’interno del M5s. Tanto che la vice-ministra al Mef, Laura Castelli, senza mezzi termini, dice: "Usare il presidente Frattini, una carica istituzionale così autorevole, per spaccare la maggioranza di governo è un segno evidente che non c’è la volontà di trovare una soluzione per il Quirinale. Non possiamo spaccare la coalizione con il centrosinistra e salterebbe anche il governo". Morale, salta tutto. Conte, a sera, si limita a dire che "il centrodestra accetti al più presto un confronto per una soluzione condivisa e non complicare il quadro". Per il resto, rimarcano fonti M5s, Conte "preme sull’acceleratore, è determinato sul nome condiviso per una soluzione rapida". Certo è che, se oggi verrà proposto Frattini (o Massolo), dal centrodestra, il Movimento potrebbe saltare come una polveriera.

La prova che i 5Stelle sono allo sbando è data dal fatto che, mentre assistono allo spoglio del quinto scrutinio, radunati a frotte davanti ai maxischermi del cortile d’onore di palazzo Montecitorio, contano le schede attribuite a Sergio Mattarella e se le dividono come la tunica di Cristo sotto il Calvario. I ‘dimaiani’ (3040 i fedelissimi, fino a 70 il bacino) assicurano che sono voti contro Conte e di chi, come loro, vuole silurarlo contravvenendo alle indicazioni di partito (scheda bianca). I ‘contiani’, che pare siano non più di una ventina, garantiscono, invece, che – avendo il M5s dato libertà di scelta tra scheda bianca e libertà di coscienza – i voti per Mattarella, e anche quelli per Di Matteo (56) sono "in linea con la linea di Giuseppe". In realtà, nei voti per Di Matteo, oltre ai grillini fuoriusciti di l’Alternativa c’è (16) e altri del Misto (34), che già avevano votato Maddalena, ci sarebbero una ventina di voti dell’ala interna al M5s che risponde a Di Battista, ma tant’è. Arduo sostenere che Conte controlli i gruppi parlamentari M5s, ma è anche vero che, come spiega il deputato Riccardo Riccardi, vice di Conte ai vertici del M5s, "se c’è il Mattarella bis, Conte vince. Se non c’è Draghi al Colle, Conte vince. Se si arriva a un altro nome condiviso, Conte vince". Di Maio, è il sotto-testo, perde. Certo è che la divisione interna è netta.