Giovedì 25 Aprile 2024

"Se fuggono gli ucraini, scappiamo" Gli italiani (per ora) restano a Kiev

Lo chef campano: "Zelensky l’altra sera era nel mio locale, ha mangiato poco"

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"Scapperò, quando scapperanno loro, non prima". Loro sono gli ucraini, lui è Salvatore Leo (foto), chef originario della provincia di Salerno, residente nell’ex repubblica sovietica da tredici anni. A Kharkiv, trenta chilometri dal confine con la Russia, gestisce l’osteria ’Il tartufo’, frequentata anche dallo stesso presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, ex comico al vertice di un paese in cui ora c’è poco, pochissimo da ridere.

Leo è uno dei circa duemila connazionali, che vivono nel paese accerchiato dalle truppe di Mosca, a cui si è rivolta la Farnesina col suo appello a lasciare l’Ucraina il prima possibile. Per ora lui come tantissimi altri italiani non si muove. Piuttosto cucina per politici e magistrati, compreso Zelensky. "L’altra sera è venuto qui a cena – racconta –. Ha mangiato poco. Qualche capesanta, un po’ di pesce, le quaglie". Impossibile sapere come stesse, se fosse teso o meno. "Lui mangia in una sala chiusa – confida Leo –, non possiamo avvicinarlo e non l’ho visto di persona. Ha un suo cameriere personale che gli porta i piatti che gli cucino".

La tensione fra gli italiani in Ucraina è alta. Si percepisce dalle parole di un altro connazionale, Alberto De Marco, imprenditore da sei anni nell’ex repubblica sovietica: "Mi sembra di essere tornato indietro di 80 anni. Siamo in guerra". Tornerà in Italia? "Partirò per qualche giorno, rientrerò in patria, da dove seguirò quello che succede". E nel caso in cui i russi arrivassereo a Kiev "tornerò. E aiuterò le persone a cui tengo, i miei amici, la famiglia della mia fidanzata, a proteggersi. Non li posso abbandonare".