Venerdì 19 Aprile 2024

Se Francoforte guida al buio va fuori strada

Antonio

Troise

Sì, l’impressione è proprio quella cantata da Lucio Battisti in una delle sue canzoni più famose: "Guidare a fari spenti nella notte". Con il rischio di schiantarsi da un momento all’altro. Se poi, il guidatore, è addirittura la Banca Centrale Europea, c’è davvero da preoccuparsi. E la preoccupazione è tanto più reale e forte se, a citare le parole del cantautore romano, è proprio uno dei board della Banca Centrale Europea, l’italiano Fabio Panetta, che non esita a prendere le distanze sulla linea "rialzista" dei tassi di interesse disegnata negli ultimi mesi dall’istituto di Francoforte. Una rotta che, per molti aspetti, appare incomprensibile. O, per lo meno, difficilmente giustificabile.

È vero che la mission della Bce è tenere inchiodati i prezzi al 2% mentre, nel 2022, l’inflazione ha quasi sfiorato il 10%. Ma ora la situazione sta radicalmente cambiando. Se andiamo a vedere il trend negli ultimi tre mesi, l’aumento è molto più contenuto: +0,5% in novembre, +0,3% in dicembre e +0,2% a gennaio di quest’anno. E la tendenza, registra, un generale ribasso. Se la situazione non cambierà a causa di improssivisi scossoni, è lecito prevedere, a fine anno, un aumento dei prezzo molto vicino all’obiettivo del 2% e, in ogni caso, molto più bassa rispetto al 2022. Allora, se questo è lo scenario, sarebbe lecito attendersi dalla Bce una lettura più attenta e approfodita dei dati, senza fughe in avanti che avrebbero un effetto "letale" su un’economia che ancora fatica a riprendersi. Per non parlare poi dell’effetto che un nuovo ritocco dei prezzi avrebbe sui paesi più indebitati o su chi, più banalmente, deve pagare le rate del mutuo a fine mese. Non vorremmo, cioè, che a furia di guidare al buio, senza dare punti di riferimento e soprattutto, senza fornire spiegazioni adeguate, la Bce si trovasse non solo a inseguire l’inflazione ma, addirittura, a superarla.