Giovedì 18 Aprile 2024

"Se avessero ucciso Hitler, quante vite salvate"

Lo storico Guerri: "Molti vorrebbero eliminare Putin, però lui è stato eletto dal popolo. Piuttosto lo giudichi il tribunale dell’Aja"

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di Francesco

Ghidetti

"Sì, a qualcuno può sembrare strano. Ma c’è poco da fare: i tiranni esistono ancora, eccome se esistono. E, giustamente, se ne parla. Specie in una fase storica così delicata... Putin? Andrebbe giudicato dal tribunale dell’Aja". La Russia accusa la stampa italiana di istigazione all’uccisione del presidente russo. Ma, a questo punto, la domanda è: giusto o meno ipotizzare l’abbattimento del tiranno? Giordano Bruno Guerri (nella foto in alto), giornalista, storico, saggista, scrittore, presidente della Fondazione Vittoriale degli Italiani (casa-museo di Gabriele d’Annunzio, meta di continui appuntamenti culturali tra storia e letteratura) non si sottrae al dibattito e ci guida nelle pieghe della Storia.

Andiamo al dunque: Putin è o no un tiranno? Oppure come dice l’ambasciatore Razov è un’offesa?

"Come ho detto mille volte sto dalla parte dell’Ucraina. Non sono equidistante e definirei Putin un criminale di guerra. Ciò detto, è stato eletto dai russi con gli strumenti che la Costituzione gli permette. Non dimenticando, checché se ne dica, che molti suoi concittadini sono d’accordo con la sua politica di aggressione. Capita spesso, nella storia, che chi è un tiranno per gli stranieri, sia un eroe per il suo popolo".

Qualcuno, secondo lei, pensa a un tirannicidio nei confronti di Putin?

"Credo che siano molti quelli che vorrebbero ucciderlo. Ma fa parte del risiko politico".

Tiranno: una parola ambigua.

"Meglio: una figura ambigua perché si ha orrore del tiranno, ma il tiranno (e di conseguenza il tirannicidio) esercitano anche il fascino dell’uomo solo al potere che tutto decide e tutto fa. Almeno all’apparenza".

Repulsione e attrazione?

"Per capirsi: si sia o no favorevoli al tirannicidio la risposta è semplice. Ed è la seguente: se nel 1944 l’Operazione Valchiria contro Hitler fosse riuscita, probabilmente un tribunale non l’avrebbe approvata, ma sai quanti guai ci saremmo risparmiati...".

Insomma, i tiranni ci sono e sono ben vegeti.

"Diciamo che ci sono. Che poi siano vegeti è un altro discorso. Si pensi a Gheddafi, giustiziato senza un processo. Si pensi a Saddam, giustiziato dopo un processo che non era veramente tale. E poi quello della Corea del Nord...".

Molto folkloristico...

"Mah, sarà pure folkloristico, ma ha anche molte bombe e moltissimi missili. Ci scherzerei poco su quest’aspetto".

La storia dell’umanità è storia di tirannidi e tirannicidi.

"Sì, certo. Non basta pensare alla storia contemporanea. Prendiamo Ipparco. Un tiranno “colto“, un mecenate che però esercitava un potere spietato. E che fu ucciso per questo motivo: eravamo all’alba dei tempi, vale a dire cinque secoli prima della nascita di Cristo. Sì, è storia antica, antichissima".

La letteratura narra di tiranni e tirannicidi a ogni pie’ sospinto.

"Pensiamo solo a Vittorio Alfieri che praticamente dedicò la sua vita allo studio e alla descrizione della tirannide. Ma guai a dimenticarsi i teologi o gli uomini di religione".

Perché?

"Perché non escludevano il tirannicidio. Anzi, lo giustificavano. Esempi ne potrei fare moltissimi, mi fermo a San Tommaso o a Pascal".

Però pure sinceri democratici non escludono il tirannicidio...

"Certo, e con assoluto vigore. Franklin non lo annovera tra le cose da non fare. E lo stesso Lincoln, che paradossalmente fu ucciso perché considerato un tiranno, lo ammette per la libertà dei popoli".

È possibile e giusto un confronto col presente?

"Dobbiamo stare molto attenti. Il tema è delicatissimo. Diciamo che le armi della conoscenza ci possono essere d’aiuto. Conta il contesto, la prospettiva storica. Rispetto al passato è cambiata la cultura, il sentire comune. Una volta la violenza era legittima. Di più: approvata. Ora, nonostante la si pratichi – purtroppo – non può e non deve essere accettata. Nessuno può arrogarsi il diritto di uccidere un altro uomo".