Inizio scuola. Scuolabus, ingresso in classe, ricreazione: i momenti critici

Medici e virologi spiegano come difendersi: "Sarà importante disinfettarsi le mani tutte le volte che si lascia o si ritorna al banco". Le finestre delle aule resteranno aperte anche in inverno. Giacche e cappotti distanziati: bisogna evitare contatti

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Sul bus, in classe, in palestra, nel cortile con i compagni: sono tanti i momenti critici nei quali si può nascondere il Coronavirus. Le precauzioni sono note (mascherine, igiene delle mani, ricambio d’aria, distanziamento) e da oggi, con la riapertura delle scuole, il rispetto delle regole diventa decisivo per scongiurare un ritorno di fiamma dell’epidemia. Ma a cosa devono stare attenti i giovanissimi, quali sono i momenti critici dove possono nascere focolai?

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Premessa d’obbligo, prima di uscire di casa al mattino occorre misurare la temperatura corporea, anche una banale febbricola sopra i 37,5 potrebbe mettere in moto accertamenti a non finire. Una volta fuori, in strada, incrociando altre persone tra i gas di scarico delle auto, i bambini devono stare attenti e coprire naso e bocca per cautela per schivare colpi di tosse, starnuti e smog. Perché le polveri sospese potrebbero scarrozzare più agevolmente il Sars-Cov-2. "C’è una correlazione – avverte Alessandro Miani, presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) – tra la maggiore incidenza del Covid-19 nelle aree dove si riscontra un’elevata circolazione del virus, in presenza di elevati livelli di inquinamento atmosferico e particolari condizioni climatiche. Questa e osservazione ci induce a ipotizzare una possibilità di diffusione del virus per via aerea che va oltre i due metri di distanza, con tutto quello che ne può conseguire".

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Stesse precauzioni valgono quando si viaggia nei mezzi pubblici affollati, che possono diventare ricettacolo di germi. Altro momento critico è all’ingresso degli istituti scolastici, dove i contatti tra ragazzi sono ravvicinati e più frequenti: per evitare assembramenti sarà rafforzata la vigilanza ai cancelli. Precauzioni anti contagio anche per quanto riguarda il guardaroba: zaini, effetti personali, capi di abbigliamento non possono essere mescolati, ogni studente avrà il suo sacco dentro al quale conservare indumenti e materiali didattici. Infine in classe, vero banco di prova della strategia messa a punto e tesa a scongiurare il diffondersi di malattie infettive.

La novità forse più eclatante consiste nel tenere socchiuse le finestre anche d’inverno, per favorire un maggiore ricambio d’aria. Sappiamo infatti che il virus viene veicolato da portatori, talvolta asintomatici, per cui oltre alle mascherine è bene sempre ossigenare gli ambienti. Tutte queste precauzioni possono limitare la diffusione dei contagi, ma è noto che i bambini e gli adolescenti si ammalano spesso anche per cause banali: raffreddori, gastroenteriti, laringiti.

Sono sintomi tipici anche dei Covid, per cui i pediatri sono tenuti a mettere in moto richieste di accertamenti, tamponi nella fattispecie, per prevenire focolai tra gli alunni. Parte da qui il grido d’allarme dei pediatri ospedalieri (Anaao Assomed) che con la riapertura delle scuole mettono in guardia dal rischio sovraffollamento del pronto soccorso: "Questo sistema – dicono gli ospedalieri – non sarebbe in grado di reggere un ulteriore aumento di accessi inappropriati, che metterebbe definitivamente in crisi i percorsi pediatrici di emergenza urgenza". La proposta degli specialisti è quella di istituire percorsi ambulatoriali accessibili, dove eseguire tamponi rapidi e controlli sugli alunni con sintomatologia sospetta.